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"Datemi il tempo di vederlo, è solo due giorni che s'allena". Col sorriso e con la faccia di chi ha finto di non aver studiato - e poi all'interrogazione... - Max Allegri ha provato a spiegare il ruolo, il modo e in mondo in cui proverà a incastrare il talento di Dejan Kulusevski. Non sono pochi i volti nuovi che avrà a disposizione: è una situazione che lo diverte, che cambia tutta l'atmosfera attorno alla Juventus. E che poi l'ha spinto anche a tornare a Torino: non solo per affetto, riconoscenza e stima. Ma anche perché a lui il gruppo e la rosa piacciono. Non sono certamente inallenabili

RABIOT PREFERITO - Il feeling è già forte con McKennie, come abbiamo già visto e come magistralmente racconta Luca Bedogni nell'analisi tattica de IlBianconero.com: il terreno è fertile e tocca all'americano settarsi con testa, fisico e intenzioni giuste per prendersi una porzione di Juve a suon di gol e giocate. Poi c'è Rabiot. Che Allegri ha citato più volte e che lo vede forte, fisicamente e tecnicamente. Deve credere di più nei suoi mezzi e cioè nella sberla da fuori - ricordate il gol al Milan? -. Per il tecnico, può addirittura arrivare in doppia cifra. Un anno fa, sarebbe stato un discorso da eretici. 

SUGLI ESTERNI - In attesa di capire come, chi, con quali indicazioni schiererà il tridente offensivo, Allegri però ha già adocchiato il primo obiettivo: portare gol in cascina ed evitare di prenderne così tanti. E anche se i campionati li vincono le difese migliori, sa bene di avere l'arsenale forse più completo di tutto il campionato. Chiesa e Kulusevski (da migliorare in fase realizzativa) sono cresciuti. Dybala e Ronaldo devono guidarli. Poi Morata, che non è un volto nuovo, oltre a Bernardeschi con la "testa giusta". E in mezzo? Arthur lo vedrà più avanti, dietro è pronto a piazzare De Ligt: l'aveva fatto fuori nell'ultima esperienza in Champions con la Juve. Era due anni fa e sembra passata una vita.