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Storicamente, il Barcellona era nato come squadra del popolo. Era quella tifata dalla gente semplice, modesta. "Màs que un club", più di un semplice club. Tutti uniti, per combattere lo strapotere del Real Madrid. I ricchi. E' negli anni, poi, che il Barça ha messo su quella spocchia che porta ancora oggi. E che domani metterà in campo contro la Juventus. 

LA SPOCCHIA - Con quel tiki-taka sembra che abbiano inventato un nuovo modo di giocare a calcio, più vincono più diventano altezzosi. Quasi con la puzza sotto il naso. Poi Messi, quello che qualcuno definisce meglio di Ronaldo nonostante Cristiano abbia toccato tutti i campionati top diventandone protagonista indiscusso. La Pulce, lo chiamano. Leo, che si nasconde dietro quella faccia da bravo ragazzo ma quando c'è da lasciarsi cadere in area non ci pensa due volte. 

LA PROVOCAZIONE - A proposito, la vigilia del Barça è fatta - anche - di provocazioni. A chi? CR7, chiaro. Post su Instagram del Barcellona che pubblica una foto di Messi e Ronaldo seduti uno di fronte all'altro su una pila di scatoloni che ricordano tutti i loro scontri. Alle spalle di ognuno uno specchio, ma solo dietro a quello dell'argentino c'è la scritta GOAT (Greatest of all time). Sarebbe lui, per loro, il più grande di sempre. Provocazione gratuita, segno che dalle parti del Camp Nou Cristiano lo temono eccome.

IL PIANTO PER DE LIGT - E tutti quei pianti per de Ligt quando è arrivato alla Juve? Ronald Koeman, che l'ha allenato in nazionale, non si rassegna a vederlo in bianconero. "Peccato sia alla Juventus" ha detto. Per fortuna, diciamo noi. Per i bianconeri e per il giocatore, perché in Italia si lavora sulla tattica come da nessun'altra parte d'Europa. Qui ha la possibilità di crescere e migliorare; in Spagna avrebbe lui migliorato il Barça, ma forse non il contrario. Così Pirlo se lo coccola e se lo tiene stretto, merito anche di Paratici che al momento giusto ha affondato il colpo convincendo l'Ajax e de Ligt. E il Barcellona ancora non ci sta.