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Ventiquattromila persone circa e buona, buonissima parte con un'idea chiara: "Noi, Lukaku, non lo vogliamo". Il coro che si leva dallo Stadium è chiaro, si ascolta senza alcuna fatica. Il motivo? Echeggia da tempo, echeggia da un po': dalle visite mediche a ognuna delle occasioni in cui il popolo bianconero, prima nel virtuale dei social e poi nel reale, ha potuto dire la propria. No, Lukaku non ha un posto nei cuori dei tifosi. E si parte esattamente con questo spirito: la festa non sarà quella bucolica di Villar Perosa, è una raccolta estiva delle emozioni da Stadium. E assume un significato più intenso quando DV9 si prende la scena. Pure nella bolgia dell’invasione finale. 

FESTA E ATTESA - Inizia però con un'attenzione particolare, soprattutto nei confronti dei tifosi: giochi e quiz, rigori sotto la Sud, la sensazione che solo l'attesa di inizio anno sa regalare. Ecco: il volto nuovo resta Weah, accolto dagli applausi. Ma nulla in confronto a quanto raccoglie Vlahovic. E poi Danilo. E poi Pogba, osannato nonostante il ritardo di condizione e il tentativo di recuperare il (troppo) tempo perduto. Dietro la panchina di Allegri, si vede persino Bonucci: ha firmato qualche autografo e visto gli ormai ex compagni. C'è la festa, dunque. E c'è uno spot, uno spazio, per ribadire prevalentemente la propria voce: ancora su Lukaku, ancora contro. 

TUTTI PRESENTI - Ad ascoltare ci sono tutti. C'è chi lo scambio tra RL9 e DV9 l'ha chiesto - Allegri -, c'è chi glielo sta organizzando, ossia Manna e Giuntoli. C'è pure chi l'ha avallato, Maurizio Scanavino, Amministratore Delegato, ricevuto con una stretta di mano e un abbraccio dal presidente Ferrero e dal CEO Exor, John Elkann, con il proprio figlio al suo fianco. La massima dirigenza avrà naturalmente preso nota, così come - a suo tempo - ha annotato tutti i buchi di bilancio. Sarà impossibile accontentare tutti, ma dalla festa Juve si sente un unico coro. Che sembra un grido d'allarme.