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"I conti non tornano". Titola così l'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport facendo il punto della situazione in casa Juve, dove l'obiettivo attuale, insieme a quello di ricostruire la competitività sportiva, è quello di risanare il bilancio, per cui non è escluso un nuovo intervento degli azionisti. Negli ultimi tre anni, spiega la rosea, il sistema è praticamente andato in tilt, anche per via dell'emergenza Covid: -93 milioni nel 2019-20, -227 nel 2020-21, -239 nel 2021-22, per un totale di 559 milioni di perdite cumulate, di fronte a cui la doppia ricapitalizzazione da 700 milioni si è rivelata una diga anti-crisi. 

Al 31 dicembre 2022 il quadro è pure peggiorato: a causa della perdita di 30 milioni del semestre, il patrimonio netto è calato a 135 milioni, mentre il debito è tornato a salire, toccando i 333 milioni, soprattutto per i pagamenti delle campagne trasferimenti pregresse (per esempio Federico Chiesa e Dusan Vlahovic) e per le pendenze fiscali. Per quanto riguarda l’esercizio in chiusura il 30 giugno, però, si intravedono segni di un’inversione di tendenza. "Rispetto all’ultimo bilancio la perdita 2022-23 dovrebbe dimezzarsi" si legge nell'analisi a cura di Marco Iaria. "I nostri calcoli, al momento, suggeriscono un deficit attorno a 120 milioni. I ricavi, al netto del player trading, sono attesi in aumento (tra 430 e 440 milioni contro i 403 del 2021-22) grazie allo sfruttamento al 100% dello stadio, mentre la semifinale di Europa League (una decina di milioni) ha parzialmente compensato la precoce eliminazione dalla Champions. I costi della rosa - somma degli stipendi del personale tesserato e degli ammortamenti dei “cartellini” - sono segnalati in sensibile riduzione: dai 481 milioni della scorsa stagione a una forbice compresa tra 410 e 420 [...]. E fino al 30 giugno è sempre possibile registrare eventuali plusvalenze, in aggiunta a quelle dell’estate scorsa (29 milioni da Matthijs De Ligt), così da migliorare il bilancio 2022-23". 

"In ogni caso - la conclusione - la perdita eroderà il patrimonio netto al 30 giugno, previsto attorno ai 50 milioni. Considerando le prospettive per il 2023-24, senza gli incassi della Champions, sarà necessaria una manovra imponente (mega-cessioni e abbattimento della massa salariale) non solo per riequilibrare la gestione ma anche per evitare ai soci di dover metter mano al portafogli".