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Agnelli non si è fermato, gli altri sì e non potranno più presentare reclami in merito all'inchiesta Prisma. Questo prevede, dunque che inibizioni e squalifiche restino immutate. E la domanda che, oggi, il Corriere dello Sport riporta è: "Si può lavorare da squalificati? La risposta è sì, con delle ovvie limitazioni". In particolare, in casa Juve, interessa il caso di Federico Cherubini, fermato per 16 mesi dalla Corte d’Appello della Figc in seguito al caso plusvalenze, e la cui sorte è accomunata a quella di Fabio Paratici, fermato per 30 mesi. Cosa prevede l’inibizione? Non è un’interdizione totale al lavoro.  
 
Secondo l'articolo 9, comma h, l’inibizione «temporanea» impedisce la rappresentanza in ambito federale, ma per i soggetti squalificati è comunque possibile portare avanti le normali attività amministrative del club. E' possibile quindi per Cherubini frequentare il centro sportivo, avere rapporti interni con i propri calciatori e partecipare alle assemblea di lega con diritto di voto su tutte le questioni che attingono alla sfera patrimoniale, restando fuori solo dalle riunioni per le questioni sportive. E' negato, però, l’accesso negli spogliatoi e al campo durante le partite ufficiali o le amichevoli, così come intavolare in prima persona delle trattative di mercato con gli agenti. Così Cherubini, si legge, potrà proseguire il proprio lavoro nei quadri dirigenziali bianconeri.