Le prime sensazioni sono state sicuramente positive. Scatti, grinta, fame: insomma, tutto il corollario che già conosciamo, quello che ha conquistato i tifosi della Juve prima dello sfortunato infortunio al crociato. Su di lui Allegri dimostra di avere un piano: lo vede come seconda punta, è così che lo schiera in un primo momento nella partitella a tutto campo. A girare dietro Kean, alla ricerca dello spazio giusto dove infilarsi ed esplodere. Dopo, però, il tecnico livornese lo sposta sulla sinistra, come quinto, nella posizione precedentemente occupata da Soulé.
È qui che succede il “fattaccio”, per fortuna senza conseguenze. Allungo di Chiesa, l’esterno entra in area e arriva sul fondo con l’intento di mettere il pallone nel mezzo. Di fronte, però, Tommaso Barbieri che nel tentativo di impedirglielo in tackle lo colpisce. Chiesa rimane a terra e si tocca la gamba, per un momento la temperatura dell’ambiente all’interno della Continassa coincide con quella atmosferica: cala il gelo, tutti paralizzati, mentre a muoversi sono solo alcuni elementi dello staff medico che di corsa raggiungono il calciatore. Dopo una lunga – è sembrata lunghissima, quasi da record -, apnea, il sospiro di sollievo: Chiesa si rialza, prima zoppica, poi camminando raggiunge nuovamente i compagni che, nel frattempo, avevano interrotto la partitella come da ordini di Allegri e del suo staff. Poco più tardi, Chiesa parteciperà al mini torneo a 4 squadre e campi ridotti, segno che dopo la paura tutto è rientrato.
Non preoccupa nemmeno il rientro anticipato negli spogliatoi, rispetto ai compagni. Sessione di trattamenti per lui che, prima, batte il cinque e abbraccia Andrea Agnelli, presente a bordocampo per seguire gli ultimi minuti dell’allenamento.