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Benedikt Höwedes torna a Torino e ritrova la Juve. Di nuovo all'Allianz Stadium, di nuovo di fronte al pubblico juventino. A Tuttosport racconta: "Non vedo l’ora di rimettere piede allo Stadium. Anche se sono stato soltanto un anno e non ho giocato così tante partite, conservo ottimi ricordi. Sì, davvero una bella stagione nonostante i molti infortuni che non mi hanno permesso di scendere in campo con regolarità. Quando ho giocato, ho fatto bene. Ma alla fine sono state solo tre le partite: Crotone, Sampdoria e Napoli. E’ stato comunque un anno bello perché ho avuto la possibilità di far parte di un club famoso e grandissimo. Abbiamo vinto scudetto e Coppa Italia. Un’annata emozionante, per questo sono contento di riabbracciare tanti amici". 
 
CONTATTI E AMICI - "Sento Khedira regolarmente, ci conosciamo da dieci anni e siamo molto amici. Parliamo di calcio, ma anche molto delle nostre vite". 
 
KHEDIRA INTOCCABILE - «Non mi sorprende per niente, anzi. Conosco troppo bene Sami. E’ un giocatore molto intelligente e conosce alla perfezione come funziona il gioco del calcio. La presenza di Khedira si fa sentire in campo, è uno pericoloso negli inserimenti e poi segna sempre diversi gol. Se ci siamo sentiti? Certo. Sami si è informato soprattutto sulla gara di ritorno. Aveva paura del freddo di Mosca a novembre e voleva sapere come era il nostro campo. L’ho tranquillizzato su tutto». 
 
RONALDO - «Se me l'aspettavo? L’unica cosa certa, per quella che è stata la mia esperienza a Torino, è che per la Juventus conta soprattutto la Champions League. E, dopo aver conquistato tanti scudetti di fila, hanno acquistato Cristiano Ronaldo per arrivare al traguardo». 
 
SORPRESA LOKOMOTIV - «Loro partono favoriti, ma faremo il massimo per disputare una bella partita e per metterli in difficoltà. La Juventus è fortissima, però noi non abbiamo paura». 
 
RONALDO DI MOSCA - «Nessuno al mondo è paragonabile a CR7, se non Messi. Noi, però, abbiamo diversi giocatori importanti: Joao Mario, Krychowiak... Purtroppo dobbiamo fare i conti con alcuni piccoli infortuni, ma chi andrà in campo lotterà fino alla fine contro la Juventus». 
 
JOAO MARIO -
«Parla italiano? No, in inglese. Però ricordo ancora abbastanza bene l’italiano, avevo studiato un anno intero a Torino. Considerato che sono stato poco da voi, me la cavo. Il problema è che quando non fai pratica quotidianamente dimentichi diverse parole. Non vedo l’ora di risentire parlare italiano in questi giorni a Torino: la vostra lingua è un po’ come una musica per le orecchie».