E' un patto fra gentiluomini che è venuto meno. E' la parola data. Sono quelle regole non scritte che determinano il comportamento e i rapporti fra i grandi club. E' tutto questo che il Milan ha violato.
Sulla carta, l'accordo pattuito in estate stabiliva la "cessione a titolo temporaneo del diritto alle prestazioni sportive del calciatore Gonzalo Gerardo Higuain a fronte di un corrispettivo di € 18 milioni pagabili interamente nell’esercizio 2018/2019. Il contratto prevede, inoltre, la facoltà per l’A.C. Milan S.p.A. di esercitare, al termine della stagione sportiva 2018/2019, il diritto di opzione per l’acquisizione a titolo definitivo del medesimo calciatore a fronte di un corrispettivo di € 36 milioni pagabili in due esercizi".
Tutte le parti in causa però avevano una certezza: al di là della formula, si trattava de facto di un acquisto a titolo definitivo. Ne era convinta la Juve, sembrava esserne convinto il Milan, ne era convinto soprattutto il giocatore, che si sente tradito ancor più dei bianconeri. La formula prestito + riscatto serviva più che altro per andare incontro all'impossibilità dei rossoneri, in quel momento, di vincolarsi a un'operazione da 54 milioni di euro. E invece...
Invece la stagione del Milan ha preso, sul campo, una piega inaspettata, perché si pensava a una qualificazione 'facile' alla prossima Champions, mentre la squadra di Gattuso ad oggi è quinta in classifica. E in società, con l'arrivo di Ivan Gazidis, sono cambiati equilibri e progetti.
La conseguenza è uno sgarbo che alla Juve in questo momento brucia. E che costringe in queste ore gli uomini mercato di entrambe le parti a trovare una soluzione che soddisfi tutte le parti in causa e ristabilisca equilibri e rapporti.