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Il rientro di Gonzalo Higuain in Argentina ha scatenato un vespaio di polemiche, l'argentino ha lasciato Torino per stare vicino alla madre malata informando la Juventus e dopo essere risultato negativo al tampone effettuato a inizio settimana. Dopo la positività di Daniele Rugani, comunicata l'11 marzo, la Juve aveva messo in "isolamento domiciliare volontario" ben 121 dipendenti, tra cui calciatori, staff e il presidente Andrea Agnelli. L'isolamento della Juve era, appunto, volontario. La Juve non era in quarantena e dopo essere risultato negativo al test, Higuain ha avuto la possibilità di partire su un jet privato dopo aver mostrato certificati e documentazione alla Polaria. Da Torino ha raggiunto la Francia, poi la Spagna e infine la sua patria. 

COSA DICONO LE NORME SULLO SPOSTAMENTO - In merito agli spostamenti, l'ultimo decreto del Governo prevede di "​evitare ogni spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dai territori di cui al presente articolo, nonchè all'interno dei medesimi territori, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessita ovvero spostamenti per motivi di salute. E' consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza", Higuain è rientrato a casa, per gravi ragioni personali, ed ha potuto documentare la negatività al tampone.  Sulla carta nessuna infrazione. Di certo Higuain che ha varcato tre confini aveva tutto il diritto di rientrare in Argentina, così come gli altri bianconeri, Pjanic e Khedira. Resta semmai la domanda sul perché la Juve (così come altri club di Serie A che hanno avuto a che fare con gli stessi casi) non sia stata messa in quarantena (di due settimane) dopo la positività di Rugani ma una misura meno restrittiva come l'isolamento domiciliare volontario.  @lorebetto