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Higuain e Napoli, ennesima storia d’amore calcistica che vivrà domenica il primo episodio di puro rancore dopo il divorzio. Gonzalo visto come un semplice “core ‘ngrato”, come molti prima di lui, nonostante i ricordi che solo lui ha saputo regalare alla tifoseria azzurra. 91 gol in 146 partite, mica male per un attaccante arrivato in Campania con la fama del top player, ma reduce da stagioni vissute all’ombra dell’immenso tridente dei Galacticos. Eppure tutte quelle reti sono state letteralmente annichilite dalle prime due rifilate da ex alla sua vecchia squadra. Una in Serie A e una in Coppa Italia, entrambe fra le mura amiche dello Stadium, con la rabbia dei tifosi napoletani più lontana che mai. In attesa della terza, la più pesante: tale perché potrà consumarsi in quello stadio che fino alla scorsa stagione inneggiava a lui come a un dio.

RIGORE DA BRIVIDI - Che Higuain possa bucare la rete di Reina anche domenica sera, non è certo un'ipotesi clamorosa. Il Pipita è già a quota 19 gol in questo campionato, 23 in tutte le competizioni, e viene da un digiuno fin troppo lungo per i suoi standard: l’ultima marcatura, proprio contro il Napoli, risale al 28 febbraio. Eppure è impossibile non pensare alle modalità con cui questo nuovo sgarbo potrebbe concretizzarsi. E se la responsabilità cadesse sulle spalle dell’argentino sotto forma di un calcio di rigore? Improbabile, ma non impossibile, viste le condizioni precarie di Paulo Dybala: il numero 21 è il primo rigorista della formazione (6 centri su 6 in questa stagione), ma il recente infortunio alla coscia destra obbliga Allegri alla cautela. Se la Joya non verrà risparmiata per la prima sfida del San Paolo, è comunque difficile che possa disputare tutti i 90 minuti del big match di campionato. E allora, in caso di penalty con Paulo in panchina, l’onore (e onere) toccherebbe al Pipita.

COME ROBY - Facile pensare - con le dovute proporzioni - a Roberto Baggio e a quel 6 aprile 1991. Il primo ritorno del Divin Codino da bianconero a Firenze coincise con il “gran rifiuto” di calciare il rigore che avrebbe pareggiato il vantaggio del viola Fuser. Niente da fare: Baggio non calcia. Sul dischetto si presenta De Agostini, che sbaglia. La partita finirà 1-0 per la Fiorentina e la Juve di Maifredi sprofonderà in classifica. No, niente paragoni: il Pipita, nonostante le tre stagioni d’oro disputate a Napoli, non è un figlio adottivo della città come lo è stato Baggio a Firenze. Si potrebbe anche dire, con una banalità, che “il tempo delle bandiere è ormai finito”. La verità, in ogni caso, è che Higuain prenderebbe senza problemi la rincorsa dagli undici metri. Eppure, qualora accadesse, sulla schiena dei tifosi bianconeri correrebbe un inevitabile, improvviso, brivido.

@mcarapex