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"Me lo avrebbero fatto giocare in Under 23" ha detto Mino Raiola riferendosi al motivo per il quale Erling Haaland non è andato alla Juventus. Probabilmente no. Anzi, sicuramente. Frase estremizzata alla massima potenza per intendere - probabilmente - che in Italia si dà poco spazio ai giovani. Vecchia storia. Ma, se fosse arrivato in bianconero, Haaland sarebbe stato sicuramente titolare in discusso per i prossimi anni, anche perché la dirigenza sta cercando proprio un giocatore in quel ruolo per rimpiazzare Gonzalo Higuain in uscita.

NUOVA POLITICA - Il motivo è che la società non è mai stata convintissima di affondare il colpo per l'attaccante norvegese che a gennaio si è trasferito al Borussia Dortmund. L'ha trattato, sì, ma mai dando l'impressione di volerlo prendere veramente. L'aspetto tecnico non c'entra, difficile discutere un bomber che segna sempre e comunque. Dietro alla decisione, piuttosto, c'è la nuova politica del club legata al tetto degli stipendi: quel salary cap di cui vi abbiamo parlato nei giorni scorsi (QUI), in realtà è stato applicato già da gennaio.

SCELTE - Il mancato affondo per Haaland è un segnale, che insieme alla preferenza per Kulusevski rispetto ad Eriksen fanno due. L'ingaggio dello svedese preso a gennaio dall'Atalanta e lasciato in prestito al Parma, infatti, è nettamente più basso rispetto a quello dell'ex centrocampista del Tottenham che nel mercato di gennaio è sbarcato all'Inter. Già dalla scorsa sessione di mercato, la Juve non aveva intenzione di prendere giocatori con un ingaggio superiore ai 9 milioni di euro lordi. E così sarà anche nel prossimo mercato. L'obiettivo è quello di evitare nuovi casi alla Rabiot (7 milioni netti di stipendio) e avere un occhio di riguardo per il bilancio. Haaland avrebbe sfondato il tetto del salary cap deciso dalla società, per questo la Juve si è fermata solo alla fase preliminare.