L'AMBIENTE - Tuttavia, siamo sicuri che sia sano e - soprattutto - rispettoso del valore della Juve affidarsi in maniera così totalizzante al fuoriclasse portoghese? E non parliamo solo di atmosfera mediatica, ma di segnali provenienti dall'interno: Szczesny l'altroieri si è detto fiducioso sul fatto che "Ronaldo farà di nuovo il miracolo". Il profilo Twitter ufficiale del club stamattina ha riproposto il video dei gol di CR7 contro l'Atletico. Non un atteggiamento molto benaugurante da parte di una squadra che ambisce a conquistare il trofeo, dovendosi quindi dimostrare più forte degli altri top team continentali. Soprattutto quando il miracolo in questione è il ribaltamento di uno 0-1 contro una formazione sicuramente insidiosa e brillante, ma pur sempre la seconda-terza forza del movimento calcistico francese. Mentre la Juventus è la dominatrice della Serie A italiana.
RISPOSTA DEL GRUPPO - Certo, i segnali recenti della Juve non sono stati tra i più incoraggianti, con un campionato chiuso con una fatica tremenda e mille nodi tecnico-tattici da sciogliere da parte di Sarri e i suoi giocatori. Ma se salto di qualità dev'essere, non può passare da un unico elemento. Anche se è Ronaldo. Anche se tutti i primati possibili appartengono a lui. No, la miglior risposta dei bianconeri al periodo difficile non può essere "La risolve Ronaldo". Se è vero com'è vero che nelle ultime due edizioni della Champions Ronaldo è stato l'unico juventino a segnare nelle sfide a eliminazione diretta, la partita col Lione non è quella in cui lui deve fare il miracolo, ma quella in cui il miracolo deve essere la rivalsa del collettivo Juve: una squadra che smentisce gufi e detrattori convincendo a 360 gradi, per offrire meno sicurezze alle future avversarie e darne di più a tutto l'ambiente bianconero. Perché il calcio non è e non potrà mai essere uno sport individuale.