- Hai sempre avuto l'etichetta del "predestinato": ti ha condizionato in qualche modo - in positivo o in negativo - nel tuo percorso?
Sono sempre stato consapevole delle mie qualità e allo stesso tempo sono sempre rimasto con i piedi per terra. Ho ben presente in cosa posso ancora migliorare e dove invece mi sento forte. Conosco i miei punti deboli e i miei punti di forza. Credo che per essere “predestinati” non basti solo la componente calcistica ma anche altre componenti che per un motivo o per un altro non mi sono state date.
- Parlaci un po' della tua esperienza alla Juventus: come hai vissuto il tuo percorso di crescita lì? Quali sono stati i momenti per te più importanti?
La Juventus ha rappresentato la mia seconda famiglia fin dall’età di sei anni quando sono entrato per la prima volta a Vinovo. Nel corso degli anni è diventata poi una scuola di vita aiutandomi a diventare uomo, a gestire le mie emozioni e la pressione alla quale sono esposto. Mi ha anche insegnato a godermi al massimo ogni momento perché prima o poi tutte le cose hanno una fine. Il momento che ricordo con più gioia è la firma del mio primo contratto a 16 anni in presenza della mia famiglia, alla quale devo tutto.
- E la Next Gen? Cosa ti ha lasciato? Credi sia uno step utile per i ragazzi?
La Next Gen è stata un'opportunità importante una volta uscito dalla Primavera che mi ha permesso di affacciarmi al mondo dei grandi. Detto questo rimane pur sempre una “seconda squadra” e pertanto le differenze con gli altri club di C sono il calore che ti possono trasmettere i tifosi, cosa che in Next Gen non accade, così come tutti i “comfort” che una società come la Juventus mette a disposizione della Next Gen che sono molto più difficili da trovare negli altri club di C.
- Hai avuto la possibilità di allenarti con giocatori del calibro di Cristiano Ronaldo e Paulo Dybala: pensi che abbia fatto la differenza per te? E quale allenatore ti ha lasciato di più, alla Juve?
È stato un privilegio poter allenarsi e confrontarsi con dei campioni del genere. Ho ascoltato i consigli che mi hanno dato e ho cercato di “capire” il più possibile quei dettagli che possono fare la differenza e che potranno rivelarsi utili per la mia carriera. Per quanto riguarda gli allenatori che ho avuto nel corso della mia esperienza in bianconero, ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa e fatto migliorare sotto diversi aspetti fisici, tecnici e tattici. Anche i Mister che ho avuto in nazionale Nunziata e Bollini mi hanno insegnato tanto e fatto capire quanto l’essere gruppo e onorare la maglia azzurra sia fondamentale.
- Insieme a te c'erano altri ragazzi come Fagioli, Miretti, Hans Nicolussi Caviglia e altri di grande prospettiva: c'è qualcuno che ti ha colpito in modo particolare, che pensavi fosse davvero "da Juve"? E come vedi altri giovani - tra cui, su tutti, Soulè, Barrenechea e Huijsen - che, dopo l'esperienza in Next Gen, hanno maturato esperienza altrove e ora volano verso una carriera di alto livello? Sei ancora in contatto con qualcuno di loro?
Con loro sono in ottimi rapporti e ogni tanto ci sentiamo ancora. Ci conosciamo fin da quando siamo piccoli e abbiamo condiviso, oltre alle esperienze sul campo, anche la scuola e quello che va al di fuori del terreno di gioco. Ognuno di noi ha il suo percorso davanti e la propria strada da seguire, con i vari ostacoli che essa comporta, ma confido che un giorno ci ritroveremo a giocare insieme oppure l’uno contro l’altro.
- Personalmente ti aspettavi di avere un'occasione in bianconero, tra i "grandi"?
Quelle che erano le mie aspettative contano poco ormai. Quello che conta è il fatto che lasciare la Juventus sia stata la scelta più giusta per la mia carriera e ad oggi sono contento del percorso che ho fatto e di quello che andrò ad affrontare le prossime stagioni. Poi magari un giorno le nostre strade si rincontreranno ma per il momento sono concentrato al 100% sulla Juve Stabia.
- Dopo questa esperienza da assoluto protagonista in Lega Pro, quali sono i tuoi sogni e i tuoi obiettivi per il futuro? Dove punti ad arrivare?
Ora come ora penso a prepararmi al meglio per affrontare la prossima stagione. In generale l’obiettivo che ho sempre avuto è quello di migliorarmi in allenamento sotto tutti i punti di vista per diventare un calciatore migliore. Il sogno più grande è quello di riuscire ad arrivare a giocare in Serie A, sarebbe una grande soddisfazione per me e la mia famiglia.
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