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Se nel 2024 a prendersi la scena in casa Juventus è stato il mercato, più del campo, allora l'attore protagonista, con ampi margini rispetto agli altri, è Cristiano Giuntoli. Il Football Director della Juventus, il responsabile della prima squadra; più semplicemente l'uomo a cui è stato affidato il nuovo ciclo bianconero, quello che dovrà portare il club di nuovo in alto, ma gradualmente, seguendo una strada precisa, in cui oltre ai risultati, ci saranno da considerare altri aspetti, almeno all'inizio.  Come valutare allora i primi veri 12 mesi di Giuntoli alla Juventus? Di fatto, il dirigente ha iniziato a prendere davvero la guida del club solo dallo scorso gennaio visto che è arrivato a luglio 2023, con il mercato già iniziato e in una situazione in cui non poteva muoversi per le note vicende extra calcistiche.

Il mercato di gennaio, oltre alla seconda parte di stagione, è servito a Giuntoli per tracciare una linea tra il prima e il dopo. Tra la vecchia Juventus e quella del futuro. Ecco perché nella sua prima sessione di mercato, si è limitato ad un'opportunità in difesa, ovvero Tiago Djalò, e una scommessa, non vinta, a centrocampo (Carlos Alcaraz). Eppure, pur facendo poco e niente, aveva già fatto capire molto. Come la scelta di non "accontentare" Massimiliano Allegri con un colpo alla "Bonaventura", che ha iniziato ad incrinare i rapporti tra i due. 

La serata del 15 maggio all'Olimpico segna il definitivo passaggio tra la Juventus di Allegri e quella di Giuntoli. Il tecnico invita il dirigente a non festeggiare insieme alla squadra dopo la vittoria della Coppa Italia, ma ad andarsene poi, dopo pochi giorni, è stato l'allenatore, non certo Giuntoli. Ed ecco che tutte le strade portano a Thiago Motta, che è sempre stata la prima opzione della Juventus. Idee chiare di Giuntoli, nessun tentennamento.  Così come chiare e forti sono le scelte estive. Douglas Luiz e Koopmeiners sono i grandi colpi estivi, insieme a Nico Gonzalez, ma ancor di più delle singole operazioni, che il tempo "giudicherà", è un altro l'aspetto che contraddistingue il 2024 della Juve targato Giuntoli. Ovvero "non si fanno prigionieri" e non c'è la "paura" di agire forzando la mano in alcune situazioni. L'acquisto di Di Gregorio con ancora Szcsesny presente. L'arrivo di Thuram quando ancora Rabiot doveva dare una risposta definitiva sul futuro. L'esclusione di Federico Chiesa (e molti altri) senza avere certezze su come sarebbe andata a finire. E per ultimo, la comunicazione di questi giorni a Danilo che era sul mercato e fuori dal progetto, nonostante la Juve sia in emergenza difensiva e con soluzioni contate. 

Si possono condividere o meno le mosse del club negli ultimi mesi e la gestione in generale, che forse in alcune situazioni non ha portato benefici economici né sportivi. Così come è legittimo da parte dei tifosi sgranare gli occhi quando Giuntoli parla di "grande traguardo" l'eventuale arrivo tra le prime quattro in campionato. Non si può invece discutere la coerenza delle scelte fatte e della linea intrapresa. Giuntoli è stato chiamato per fare questo, per agire in maniera importante su tutto ciò che riguarda la prima squadra bianconera. E gli è stata affidata ampia libertà di manovra. Il Football Director non ha esitato a prendersi tutte le responsabilità, sapendo che se poi le cose non andranno come previsto, a partire dai risultati sportivi, sarà lui insieme a Thiago Motta a doverne rispondere.