"In Champions la Juve ha fatto quel che doveva, anzi col Chelsea anche qualcosa di più. Poi però guardo dove siamo in campionato, e siamo troppo lontani. Secondo me non è un problema né tecnico né di qualità. Quel che serve è un salto mentale", ha detto.
Poi si è soffermato su una delle partite clou, in negativo, di questo avvio: "Col Verona nel primo tempo abbiamo perso tutti i contrasti, è su questo che bisogna lavorare. Il problema non è sostituire Ronaldo, che peraltro è insostituibile, ma che sono caduti gli alibi per la squadra e non c’è nessuno che sappia caricarsela sulle spalle. Dybala ha una tecnica straordinaria ma non risolve le partite da solo. Morata è ora uno sbiadito ricordo del giocatore che abbiamo visto".
Il problema principale della squadra di Allegri, secondo Giletti, è che "la Juve ha perso la sua identità, la sua anima, il suo zoccolo duro di giocatori italiani. Ha preso i vari Rabiot, Ramsey, Kulusevski, ma ha perso la sua anima. Negli anni scorsi forse abbiamo troppo puntato il dito contro Sarri e Pirlo, bisognava focalizzarsi di più sui giocatori".