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Intervistato da La Gazzetta dello Sport, il conduttore televisivo e tifoso bianconero Massimo Giletti è tornato a parlare di Dusan Vlahovic anche alla luce della sua conferenza stampa di presentazione con la nuova maglia della Juve.

LA DOTE - "Di lui mi colpisce l'emotività serba. Io ho conosciuto quel popolo negli anni della guerra e in lui vedo quel tipo di emotività. I serbi spesso stanno in silenzio, ma dentro hanno molto. Vlahovic è un giocatore per cui anche il silenzio fa rumore, come Mihajlovic. Quando lo guardo segnare, mi sembra avverta il gol un attimo prima e aspetti il rumore dello stadio. Senti che ha fame da come esulta".

IL SEGNALE - "Andrea Agnelli e la società hanno fatto un capolavoro, in entrata e anche nel mercato in uscita. Qualcosa è cambiato e si vede. Nel momento in cui tutti sono deboli e non possono spendere, la Juve è la Juve e viene di nuovo allo scoperto [...]. Il significato dell'investimento è chiaro: o si interveniva adesso oppure si rischiava di non entrare tra le prime quattro. Vlahovic ha personalità e anche Zakaria, non sarà un fenomeno ma ha personalità. Dusan non è CR7, che si crede un dio, ma può nascere un gruppo intorno a lui".

NUOVA JUVE? - "Io credo che ora sia chiamata a imparare a giocare per vincere, alzando il baricentro. L'importante è che i famosi “inallenabili” siano pronti ad accogliere Vlahovic, perché un centravanti non gioca da solo. Io mi auguro che Allegri usi Morata alla Mandzukic e che in mezzo Zakaria, come Atlante, sorregga il mondo".