RITORNO - «I ritorni sono sempre costellati da emozioni che possono essere contrastanti. E possono anche incontrare difficoltà. La storia della Juve ne ha già vissuti, da Trapattoni e Lippi. Però questa è un’altra epoca».
CAMBIO - «Non è da Juventus cambiare tre allenatori in tre anni, tutti devono avere molta umiltà, azzerare e ripartire. A qualsiasi livello, sia in campo che fuori. Uno dei punti determinanti, anche nell’ultimo anno di Allegri, era che era difficile governare questa squadra. Lo ha raccontato Sarri e le fatiche di Pirlo sono state legate alla gestione. Andrea si è lamentato spesso che non ci fosse abbastanza cattiveria, ed era una cosa che diceva già Allegri. Ricordatevi quella scena straordinaria del cappotto buttato a Carpi...».
RONALDO - «Ronaldo è un giocatore straordinario, che sta su un piedistallo a un livello diverso. Ma è condizionante, per i compagni e per l’allenatore nelle sue scelte. Costi e benefici: la società dovrà fare una valutazione globale. È un giocatore che ha dato tanto, fenomenale, ma ingombrante».
PIRLO - «Pirlo per me è il meno colpevole. Ma se una squadra come la Juve perde in casa col Benevento e non vince col Crotone è il segno che qualcosa si è rotto. Ma sono amnesie che la squadra si porta avanti da tanto tempo».