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Lo so, se ne è parlato già troppo, ma nessuno o comunque troppo pochi avevano visto il fermo immagine del presunto fallo di Szczesny che ha fatto gridare allo scandalo: doveva essere giallo, anzi rosso! Così voleva il determinatissimo direttore generale dell’Atalanta Umberto Marino. Lui, che non si perita di dire all’ex arbitro Marelli: “Meno male che lei non arbitra più…si rilegga il regolamento”, lui che non cita nemmeno il fallo da rosso immediato di Hateboer (all’Atalanta ci sono abituati: ricordate l’entrata di De Roon su Cuadrado?), che si permette di sparare giudizi avventati con un tono a dir poco arrogante e definisce rigore l’ascella di De Ligt, dovrebbe fare una sola cosa: tornare in televisione, da qualche parte o scrivere un messaggio e chiedere scusa
Poche parole: “Mi sono sbagliato, un’altra volta ci penserò meglio prima di parlare”. Anche con un po’ di ritardo, magari documentandosi e vedendo qualche fermo immagine o leggendo quello che dicono tutti gli ex arbitri d’Italia: dopo il fallo del portiere juventino era giusto non fischiare e poi magari ammonire l’estremo difensore. Invece no. Sbagliato anche questo. 
Quello da ammonire è Koopmeiners - la foto c’è ma forse non è circolata a dovere - perché rifila per primo un calcio nella pancia a Szczesny e solo dopo viene toccato col braccio dal portiere. Ma si sa, è così che fioccano le campagne antijuventine: prendete un allenatore furibondo per un “torto” anzi due “torti” subiti, (senza essere veramente tali) che non si presenta nel dopo partita, aggiungete un direttore sportivo aggressivo ai limiti dell’offesa che sostiene falsità e lo scandalo della Juve ladra è servito
Anche se è vero il contrario, anche se il cocktail è un altro: è la Juve, semmai, ad essere stata penalizzata (nessuna espulsione per Hateboer, nessun cartellino giallo per Koopmeiners). Ma se l’Atalanta non arriverà in Champions, c’è da giurarlo, la scusa sarà la solita. Non conta che sia infondata. Anzi, nell’ossessione antijuventina, più è falsa più è vera. Basta ripeterla all’infinito.