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Un pizzico di fortuna non guasta mai ma, come si suol dire, aiuta gli audaci, chi ci prova. E c’è stato tutto questo tra il primo e il secondo tempo di Genoa-Juventus, sponda bianconera. La fortuna di sbloccare il match con un episodio, l’ingenuo e sfortunato tocco di mano di Koni De Winter; l’audacia di Thiago Motta che dentro lo spogliatoio ha cambiato qualcosa che ha portato i suoi frutti. Cambi che sono evidenti dall’elaborazione delle posizioni medie dei calciatori fatta dalla Lega Serie A e condivisa attraverso il match report.
 

Genoa-Juve, cosa ha cambiato Thiago Motta

 
I campetti – nella foto in copertina -, mostrano come nel primo tempo la Juventus fosse schierata con un ordinato e ormai solito 4-1-4-1. Ciò che emerge, dai primi 45’, è la solitudine di Dusan Vlahovic che, infatti, tocca pochi palloni ed è spesso fuori dal vivo del gioco. Il più vicino è McKennie, mentre Nico, Koopmeiners e Yildiz troppo distanti.
 
Quello che cambia è evidente nei secondi 45’. Aumenta sensibilmente la densità intorno a Vlahovic con Nico Gonzalez e Koopmeiners pressoché attaccati alla punta serba e Yildiz qualche metro più vicino. Piccolo retroscena dal riscaldamento: Vlahovic e Nico Gonzalez svolgono gli esercizi con il pallone insieme, anche nei momenti di pausa continuano a passarsi insistentemente la palla. Alla ricerca della migliore intesa, quella che può far fare il salto di livello alla fase offensiva bianconera.

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