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Bastone e carota: questo l’approccio di Thiago Motta con Dusan Vlahovic. Davanti ai microfoni, l’allenatore, in diverse occasioni, ha fatto quadrato intorno all’attaccante. Una scelta per nulla banale, un argomento su cui il tecnico si è dilungato – e non succede spesso in sede di conferenza stampa -, e che si può riassumere così: l’attaccante serbo non si tocca, se non segna è perché non lo mettiamo nelle migliori condizioni, se la squadra non prende gol è anche merito suo.
 
E poi c’è il bastone che prende la forma di una bocciatura pesante. Come quella sostituzione al 45’ di Juventus-Napoli che ha aperto interrogativi e lasciato i più con diversi dubbi al momento del ritorno in campo delle squadre; dubbi non sciolti al 90’. Ma il messaggio è sembrato chiaro: c’è vita oltre a Vlahovic e anche oltre a Milik che dovrebbe essere il suo vice. Insomma, le alternative non mancano.
 

Juve, l’esperimento in allenamento

 
Il messaggio di Thiago Motta, racchiuso tra le mura della Continassa, è che anche altri effettivi in rosa possono ricoprire quel ruolo al centro dell’attacco. Uno su tutti, Kenan Yildiz che in questi giorni è stato provato da riferimento centrale di un attacco certamente meno fisico, ma più tecnico e imprevedibile. Un Yildiz alla Zirkzee – con le dovute differenze -, per una Juve più simile al Bologna dei miracoli – ancora, con le dovute differenze -, uno scenario che può far preoccupare Vlahovic, o stimolarlo. Dipende da lui.
 

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