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"Noi al momento siamo la lepre, e la lepre deve essere capace di schivare le fucilate dei cacciatori". Fanno ancora rumore le parole di Beppe Marotta, che ieri a margine dell'assemblea di Lega si è soffermato anche sulle polemiche scaturite dopo la vittoria dell'Inter contro il Verona difendendo i suoi e individuando la "rivale" ancora nella Juve, la squadra che già a ottobre aveva indicato come "favorita" per lo scudetto pur dicendo, allora, che "oggi è meglio essere cacciatori che lepri". Una prospettiva nuova, dunque, per l'ad nerazzurro, di cui La Gazzetta dello Sport svela un retroscena riguardante la strategia adottata dopo quanto accaduto nel match di sabato.

IL RETROSCENA SULLA STRATEGIA DI MAROTTA

In un primo momento il dirigente aveva scelto la via del silenzio, poi dopo una notte di riflessione il cambio di direzione. Con due finalità: la prima, quella di sottolineare i meriti del gruppo di Simone Inzaghi ("Le statistiche certe volte aiutano a valutare oggettivamente i fatti, dicono che siamo primi con 48 punti, 15 vittorie, una sola sconfitta, miglior differenza reti, miglior attacco, miglior difesa. Vuol dire che siamo autorevolmente in testa alla classifica"); la seconda, più rumorosa, quella di allontanare le polemiche legate all'arbitraggio e le accuse di favoritismi. Da qui l'accenno alle "fucilate", con la sottolineatura che "ogni anno vengono analizzati episodi a favore e sfavore di questa e quella società". "Prima c'era l'occhio dell'arbitro e non c'era il VAR, oggi c'è e si continua a fare polemica", le parole di Marotta. Che non richiedono nemmeno particolari commenti.