SPALLETTI - "Si capiva che aveva un futuro da grande allenatore. Sul piano tecnico-tattico era preparatissimo e aveva una grande voglia di fare bene sin da subito, con delle idee già all’avanguardia. Ricordo che i suoi allenamenti erano molto innovativi per quel tempo e il suo calcio propositivo, improntato verso la ricerca del bel gioco e comunque votato all’attacco. Luciano probabilmente pagò un minimo di timore verso i giocatori. Nel senso che non aveva ancora questa grande autorità, questo carisma da grande leader. Era all’alba della carriera a grandi livelli e cercava molto il dialogo con i calciatori. A volte ci ascoltava persino troppo per certi versi. E probabilmente ha pagato proprio questa cosa, ma credo sia un passaggio obbligatorio per ogni allenatore agli inizi. Oggi è tra i migliori tecnici in circolazione e negli anni ha portato in alto il made in Italy anche all’estero. E la cosa non mi ha affatto stupito".
MAROTTA - "L’Inter farà un grandissimo salto in avanti: con loro due si vince. Mi creda, Marotta è un lord, una persona eccezionale dal punto di vista umano e un professionista esemplare. Ha fatto tutta la gavetta, partendo dal basso, sempre con umiltà. E ogni anno saliva di un grandino, fino ad arrivare alla Juve dove ha raggiunto il punto massimo, vincendo tanto. Vedrete, porterà tanti grandi giocatori. In questo momento Juve e Napoli sono ancora avanti e poi sono più regolari, sbagliano poco. Però in Champions invece può essere una sorpresa: dipenderà anche dalla fortuna".