commenta
Aurora Galli è tra le colonne portanti della Juventus Women. Ha vinto due campionati consecutivi e domenica spera di centrare il double vincendo la Coppa Italia in finale contro la Fiorentina. Sarà una partita complicata, come capita sempre quando si sfidano bianconere e viola. La fiducia in casa Juve, però, è tanta, così come la voglia di centrare un altro obiettivo straordinario: “Di sicuro le viola saranno agguerrite come tutte le squadre contro la Juve - dichiara ai microfoni de IlBiancoNero.com -, daranno qualcosa in più ma molto dipenderà da noi. Siamo le campionesse d’Italia in carica da due anni, loro hanno la Champions ed arriveranno a Parma per vincerla perché ricordo che ci hanno già alzato una Supercoppa in faccia. Non voglio assolutamente rivedere quella scena, vorrei vedere il contrario”. L’obiettivo è migliorare di anno in anno: “Tra virgolette, nella stagione scorsa era un po’ tutto campato in aria c’era una società nuova e tutti si aspettano grandi risultati. Siamo riuscite a portare a casa la qualificazione alla Champions e lo Scudetto. Quest’anno abbiamo fatto la Champions, siamo in finale di Coppa Italia, abbiamo vinto Supercoppa e scudetto. Come l’anno scorso dobbiamo fare bene in Coppa Italia. E quindi l’avvicinamento a questa partita è sentito, consapevoli del percorso che abbiamo fatto. Tutte vogliamo migliorare quello che abbiamo fatto l’anno scorso”.

SCUDETTO A VERONA – Domenica è arrivato lo scudetto. Una partita che in un certo senso era come una finale. A Verona la Juve doveva vincere per essere sicura del tricolore:L’abbiamo preparata molto bene. Anche se c’era molta stanchezza da parte di giocatrice e staff perché le pressioni sono tante. Riesci ad andare avanti solo perché hai una mentalità forte. Poi nel momento in cui ti ritrovi in campo non pensi più a niente e cerchi di fare del tuo meglio. La coach ci ha chiesto l’approccio giusto, devo dire che la cosa si è vista a tratti ma poi ci siamo riprese e abbiamo segnato su una situazione da palla ferma che avevamo provato durante le settimana. La sensazione dell'anno scorso era semplice: ‘siamo nuove e dobbiamo farci vedere’. Quest'anno invece era: ‘abbiamo vinto l'anno scorso, quando tutti si aspettavano che vincessimo ma non era scontato’. Quest'anno era come avere tutti contro, perché chi vince il campionato è la squadra da battere. Tutti davano qualcosa in più e noi mettevamo quello che dovevamo mettere. Eravamo più forti perché sapevamo chi eravamo come squadra”.

 


PRIMO ANNO – “L'anno scorso la società ha fatto gli acquisti per iniziare un percorso che non doveva per forza dare frutti nell'immediato. Juventus è un'azienda che punta al futuro, quindi sa organizzare le cose nel migliore dei modi. L'abbiamo visto anche nel maschile, dato che otto scudetti non piovono dal cielo. Il percorso che ha voluto fare è stato uguale a quello del maschile: creare una squadra e delle individualità tali da metterli insieme e creare un gruppo forte che può durare nel tempo. Possono cambiare degli individui, ma la base rimane sempre quella. Anche se arriva il Cristiano Ronaldo, dietro c'è una squadra che gioca per lui e lui gioca per la squadra. È proprio un fatto di sintonia tra le ragazze, è il nostro segreto”.

STADIUM – Uno dei momenti più importanti della stagione è stato lo scontro diretto con la Fiorentina all’Allianz Stadium. Al match tra viola e bianconere assisterono ben 39.000 persone, un record assoluto per il calcio femminile: “Mi sono emozionata di più entrando in campo prima della partita – ammette -. Lo stadio non era ancora tanto pieno. C’erano quelle persone che ti seguono per tutto l’anno e le vedi anche lì. Quando esci per il riscaldamento, senti tutte le persone che urlano ed incitano. Sei un attimo paralizzata ma è quello che ti spinge a dare di più. Quando si dice che sono il dodicesimo giocatore in campo è vero, è più che vero”. Durante quel match, però, ci fu anche l’infortunio di Cecilia Salvai che sarà costretta a saltare il mondiale. Ad inizio stagione, invece, era stata Rosucci a farsi male al ginocchio dovendo ricorrere ad un intervento chirurgico: “Martina si è fatta male all’inizio dell’anno e devo dire che è stata comunque importantissima per il gruppo. Perché ha una personalità tale per tirarti su di morale anche quando lei è in difficoltà. Si è sempre sentita la sua presenza, c’è sempre stata durante gli allenamenti e durante le partite. Adesso, con la perdita di Cecilia, siamo noi che la sosteniamo. Anche perché dobbiamo pensare a un Mondiale futuro e la persona che non si doveva far male si è fatta male… è stato il pensiero un po’ di tutti. Queste ultime partite, recuperando Martina e senza Cecilia, la squadra è stata comunque solida. Siamo riuscite a compensare bene queste perdite”.

 

MONDIALE – E a proposito di Mondiale, tra le protagoniste della squadra azzurra ci sarà anche lei che, forse, potrebbe ritrovarsi a rimpiazzare proprio Salvai in un ruolo che non le appartiene al 100%: “Mi ritengo un centrocampista puro anche se ho parlato con Milena (Bertolini, ct della Nazionale, ndr) con cui c'è un bellissimo rapporto di dialogo e lei mi ha detto che la problematica Salvai in qualche modo bisogna risolverla. E una cosa che vorrebbe provare, dato che ho le qualità anche di un difensore centrale, è insegnarmi anche questo ruolo. Io a 22 anni dico assolutamente sì, se posso imparare cose nuove lo faccio. Inizialmente mi ha visto un po' titubante, perché non era nei miei pensieri, però se posso aiutare la squadra e questo vuol dire cambiare ruolo, o essere il cambio perché c'è necessità, tanto di cappello al mister che si fida di me. Lo vedo come un atto di fiducia, io sono a disposizione, se mi dicono di fare il portiere faccio il portiere. Obiettivo minimo al Mondiale? Se partiamo da una cosa minima non andiamo da nessuna parte, dobbiamo puntare in alto. Non dico vincere ma fare molto bene e arrivare quasi in finale sì. Il pensiero è quello. Serve a noi giocatrici, al movimento che si sta sviluppando e alla realtà del futuro. Dobbiamo pensare alle bambine piccole che avranno un esempio davanti. Siamo arrivate al mondiale e dobbiamo lasciare la nostra impronta positiva, non negativa. Vogliamo fare bene e di sicuro superare il primo turno”.


SVOLTA – Quella contro il Milan all’andata, forse, è stata la partita della svolta. Nonostante la sconfitta per 3-0. Galli entrò nella ripresa e colpì un palo dalla distanza: “Non ho pensato che non fosse l’anno giusto. Ho pensato: ‘questa partita sarà difficile’. Il primo tempo fu giocato alla pari, poi sono entrata io e ho preso il palo (sorride, ndr). La partita era molto in equilibrio, prendendo quel palo ho detto: ‘miseriaccia, sarà dura!’ L’azione dopo hanno fatto gol loro e lì stata una fatica tirarsi su. Ma credo anche sia stato per noi il punto da dove ripartire: la squadra ha capito che doveva fare altro, che non poteva fermarsi lì. E’ stato quasi il punto di inizio della stagione”.
PIÙ GOL -  “Di sicuro è una cosa dove devo migliorare, perché un centrocampista, se la partita non si sblocca con gli attaccanti, deve prendere in mano la situazione e provare da fuori. Senza arrivare per forza con l'ultimo tocco in area di rigore. Questo è un punto in cui devo migliorare, mi dice che le qualità che ho, di farle vedere. Braghin? Lui mi ha sempre detto di tirare di più da qualsiasi parte del campo (ride ndr). Io lo ascolto, ci provo anche, nelle ultime partite si è visto, contro il Milan in Coppa ho sfiorato il gol”. A gennaio è arrivata Pedersen, un tassello importante che ha aiutato le bianconere a portare a casa lo scudetto: “È una professionista ed è arrivata a testa bassa per capire le dinamiche ed adeguarsi anche alle nostre dinamiche che già c’erano. Noi siamo state brave a farle capire come stare in campo, magari le straniere tatticamente non sono come noi, non hanno la stessa cosa. Secondo me l’estero può imparare tanto da noi e noi trovare altro in loro. Lei però si è adeguata ed è entrata bene in squadra. Menomale, ha dato forza in più ed energie che sinceramente servivano”.

 


SOCIAL - “Può diventare pericoloso quando si utilizzano in modo sbagliato. Non ho mai sentito la necessità di utilizzare l’immagine come prima cosa. Secondo me i valori si vedono nella vita reale. Per quanto mi riguarda è il mio lavoro, cioè il campo ed il calcio. Quindi come mi comporto durante la partita e gli allenamenti. I social sono una cosa in più che oggi è importante se viene utilizzata in modo giusto. C’è chi lo utilizza come la vita reale e secondo me è sbagliato”.

ESTERO – Dopo i due scudetti consecutivi, ora anche le ragazze puntano all’Europa ma sul rettangolo verde, e non solo, ci sono ancora differenze: “Quando abbiamo giocato contro la Germania siamo andate sotto e l’abbiamo ripresa. Credo che la differenza sia soprattutto nell’aspetto fisico. Hanno più energie. A livello di movimento ci sono ancora certe cose che devono migliorare. Ad esempio, il raduno in nazionale andrebbe fatto una volta al mese e in parte sta già accadendo. Fino a due anni fa, ci si trovava solo una volta ogni tre mesi. La continuità può aiutare a crescere. La Juve è nata da poco ma ha fatto già grandi passi avanti rispetto a tutto il movimento italiano. Tutto quello che la Juve ci mette a disposizione, a partire dalle strutture, in Italia ce l’hanno in poche. Rispetto all’estero siamo un passetto indietro ma – non voglio strafare - nel giro di due anni ce la giochiamo molto alla pari. Loro sono partiti prima di noi, possono essere più informati su alcune cose o aver sviluppato aspetti che li hanno fatti arrivare fino a lì, noi però siamo sulla strada giusta”.

FUTURO – Anche per questo ha rifiutato le offerte di Inter e Atletico Madrid: “Prima di venire qua ho avuto l’opportunità di andare all’Atletico. So che stanno andando benissimo, sono prime a +3. Lì gioca Linari che è in nazionale con me. Mi ha detto che come realtà è fantastica però io rispondo che anche la Juve è fantastica e che mi trovo benissimo anche qua. Magari fare più amichevoli internazionali per confrontarsi con altre realtà è un qualcosa che sarà fatto dalla società. Futuro prossimo alla Juve quindi? Assolutamente si”.