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Mentore e amico di Max Allegri. Giovanni Galeone conosce molto bene Massimiliano Allegri e in un'intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, svela qualche retroscena sull'addio. "Il ciclo a Torino era finito e già prima dell’Ajax erano accaduti fatti che non mi erano piaciuti. Dopo l’uscita dalla Champions non si sta tutti zitti per un mese. Mi auguravo che se ne andasse. Mi fa impazzire il fatto che Max perde due partite all’anno e la colpa è sua. Io non voglio difenderlo perché sono suo amico, ma la bacheca parla per lui. Ha vinto cinque scudetti e 4 Coppe Italia che per dire Conte non ha mai sollevato. Non solo, Conte in Champions non è mai arrivato in fondo. Allegri invece è arrivato due volte in finale".

COLPE - "Paga il fatto di non essere juventino. Ma lei lo sa che se un ex bianconero avesse ottenuto i suoi risultati avrebbero tutti fatto salti di gioia? Di certo la società non lo ha difeso. Dopo il comunicato mi ha chiamato, era sereno. Poi certo gli dispiacerà. Lui è troppo misurato, io dopo la rimonta sull’Atletico lo avevo rimproverato perché avrebbe dovuto avere il coraggio di andare davanti alla tv e dire che il capolavoro era suo, non di Cristiano".

ACQUISTI - "Immagino che fra chi sostiene che occorrono più giocatori con qualità tecnica e chi rivendica che la rosa sia difficilmente migliorabile non ci sia molto margine di manovra. Secondo lei è normale che contro l’Ajax, costretto al cambio di Dybala, sia stato fatto entrare Kean. Ronaldo?La società pensava e crede tuttora che si debba giocare in funzione sua. Max invece è convinto che per essere al livello delle migliori otto squadre d’Europa servano altri due-tre innesti di pari valore. In Italia la qualità della Juve basta e avanza, in Europa no".

FUTURO - "Dopo due mesi a casa si stufa, ha bisogno di tornare ad allenare. Se fossi in lui andrei a vivere a Parigi (ride). In Italia del suo livello non c’è nulla. Se Marotta fosse ancora alla Juve non si sarebbe arrivati a questa fine. Per lo meno non con questa modalità".