Da un toscano all’altro, che mi dice di Sarri? So che è una sua conoscenza…
“Abbastanza, non ho mai giocato con lui, ma ci siamo scontrati. Poi viviamo nello stesso paese… Ci siamo visti anche per la festa dei cent’anni del Figline, siamo andati avanti a pane e calcio fino alle tre di notte”
E com’è questo pane e calcio? Meglio che pane e prosciutto?
“Assolutamente meglio che pane e prosciutto, quando si parla di calcio non c’è mai niente di meglio”
Come vede ora Sarri, in questo periodo un po’ delicato?
“Secondo me ci sono un po’ troppe critiche su di lui. È anche vero che alla Juve ci si aspetta sempre tanto, però bisogna anche ricordarsi che c’è la programmazione. Contano i risultati, sì, infatti è primo in campionato e in corsa Champions. Non dimentichiamoci l’esempio di Jurgen Klopp a Liverpool, al primo anno quindicesimo, poi undicesimo, ottavo, sesto e terzo. Ci ha messo cinque anni per arrivare dov’è arrivato, quello vuol dire programmazione”
Che persona è al di fuori del campo?
“Una persona super intelligente, che vive di calcio e trasmette questo amore con anima e cuore, ogni volta che ci vediamo”
Peculiare dell’intelligenza è la capacità di fare autocritica. Secondo lei dove Sarri potrebbe correggersi?
“Onestamente, non credo di essere all’altezza per poter dire cosa dovrebbe o non dovrebbe fare. Però, posso dire che bisogna stare tranquilli e sereni e cercare di stargli vicino. Gli allenatori si dice che sono sempre soli. Lui è arrivato quest’anno e con tutte le difficoltà è primo in classifica. La Juve è passata da Allegri che era un gestore a Sarri che è un tattico: sono due modi completamente diversi di vedere il calcio. Eppure, è stato criticato anche Allegri, a suo tempo. Ci vuole solo pazienza”
Ok ai risultati, ma almeno nelle partite più semplici ci si sarebbe aspettati un gioco più affine al suo pensiero. La Spal, oggi, può essere una possibilità?
“Tutte le domeniche sono occasioni. La Juventus deve vincere, non può pensare solo a giocar bene. Sarri è arrivato alla Juve per quello che ha fatto e avrà tempo per dimostrarlo. Poi, deve vincere con la Spal, con l’Inter e come doveva vincere con il Verona. Perché alla fine, con le vittorie, arrivano anche le ragioni”
Si dice che gli allenatori, quando siedono su panchine importanti, invecchino in fretta. Ha visto Sarri con più capelli bianchi l’ultima volta che lo ha incontrato?
“No, l’ultima volta che l’ho visto, a Natale, era il solito Maurizio. Non è invecchiato, era sereno e tranquillo. Poi, quando non è in campo fuma. Fuma se vince, fuma se perde. Prima di spegnere una sigaretta si accende l’altra. Battute a parte, la pressione a quei livelli conta meno di quello che pensiamo. Sarri è rimasto sempre lo stesso, è umile, lo si vede anche da come si comporta, dal modo di vestire. È un uomo del popolo”.
E tra i popoli che lo aspettano, oggi tocca a quello juventino.