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Gabriele Gravina ha sorpreso il mondo del calcio italiano: il 4 novembre prossimo si terranno le elezioni per il nuovo presidente della Federcalcio. Il numero uno di via Allegri, probabilmente stanco delle critiche incessanti sia dalla politica che dal mondo sportivo, ha deciso di anticipare la scadenza delle elezioni previste per marzo 2025.


Il contesto


Gravina, già da prima degli Europei, rifletteva sulla possibilità di lasciare l'incarico. Il fallimento della Nazionale in Germania ha solo accelerato questo processo. Domenica scorsa, dopo la sconfitta contro la Svizzera e l'eliminazione senza onore degli azzurri, Gravina ha annunciato che le elezioni si sarebbero tenute nella prima data utile dopo le Olimpiadi.


L'annuncio ufficiale


Ieri, al rientro a Roma, è arrivato il comunicato ufficiale. La convocazione delle elezioni è stata fissata per il 4 novembre 2024, presso l’Hotel Hilton Rome Airport di Fiumicino. All’ordine del giorno ci sono vari punti, tra cui l’elezione del presidente federale e dei consiglieri federali.

La mossa di Gravina può essere interpretata in due modi. Potrebbe essere un modo per scaricare le responsabilità e abbandonare la scena, lasciando ai suoi successori il compito di gestire la situazione. Oppure, potrebbe essere una strategia per anticipare i tempi e ridurre le possibilità dei suoi avversari di organizzarsi e candidarsi contro di lui.


Può essere rieletto?


Le ingerenze esterne, specialmente quelle politiche, hanno indispettito Gravina. La sua affermazione che "le elezioni sono l’unica sede democratica" sottolinea la sua volontà di difendere l'autonomia della Federcalcio. Tuttavia, i continui attacchi e la mancanza di sostegno all'interno del mondo del calcio potrebbero averlo stancato definitivamente.

Gravina ha buoni rapporti con i Dilettanti, la Lega Pro e le associazioni di categoria (allenatori e calciatori), che apprezzano il suo lavoro e la sua serietà. Tuttavia, non gode del sostegno della Lega di Serie A, dove figura tra i principali oppositori Claudio Lotito, e la Serie B potrebbe seguirne l’esempio. Anche gli arbitri, in una fase di confusione interna, non sono un supporto sicuro.



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