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Il doppio ex, Ciro Ferrara, ha parlato in esclusiva a La Gazzetta dello Sport per presentare il big match che sabato vedrà di fronte la Juventus e il Napoli all'Allianz Stadium. Di seguito le sue dichiarazioni:

IL RITORNO DI CONTE - "Il popolo napoletano adora Antonio, ma credo che il popolo juventino non possa smettere di amarlo. La stessa cosa vale per Antonio, che si è innamorato di Napoli, dei suoi tifosi, del progetto, ma che è legato alla Juve e a Torino. Mi fa venire in mente la canzone di Celentano, Storia d’amore. Racconta di un amore capriccioso, inizialmente respinto, dall’epilogo inaspettato. "E per farmi ingelosire, quella notte lungo il mare è venuta con te”. Il mare in questa storia è quello del Golfo di Napoli, la notte è quella della sua firma. Vedo molto romanticismo e poesia in questo incontro. Avremo tutti il batticuore, anche io. Il batticuore del tifoso".


DOPPIO EX - "Ho avuto il privilegio di essere parte di un Napoli che ha fatto la storia. Per come Napoli vive la passione per il calcio e per la propria squadra, il primo scudetto resta indimenticabile. Le vittorie sono tutte belle, impossibile fare una classifica. La Champions è il trofeo di maggior rilievo, ma vincere nella mia città a 20 anni è stato lo stesso incredibile".

CUORE NAPOLI - "Per chi tifo? Per la squadra della mia città, la radice non si può cancellare. Ma la Juve e Torino per me rappresentano molto, per loro provo enorme gratitudine". 

LE VITTORIE - "Ho avuto il privilegio di essere parte di un Napoli che ha fatto la storia. Per come Napoli vive la passione per il calcio e per la propria squadra, il primo scudetto resta indimenticabile. Le vittorie sono tutte belle, impossibile fare una classifica. La Champions è il trofeo di maggior rilievo, ma vincere nella mia città a 20 anni è stato lo stesso incredibile". 


L'ESPERIENZA DA ALLENATORE - "L’esperienza da tecnico è stata breve, mi ha fatto crescere e anche capire che non sarebbe stato il mio futuro. Per fare quel mestiere devi volerlo fortemente. Mi sono fatto un esame di coscienza: “è veramente quello che vuoi?”. Non era quella la mia strada, che ha imboccato una via diversa". 

RICOSTRUZIONE - "I club hanno dovuto ricostruire. Antonio ha ereditato una squadra e un club in grandissima difficoltà, con un Napoli fuori dalle Coppe dopo 14 anni. La Juve di Motta è in linea con quello che ci si aspettava, Conte invece doveva fare un cambiamento radicale e dare una svolta. E dopo quel debutto a Verona ora sembra un altro film. È già entrato nella testa dei giocatori, che hanno ritrovato fiducia".


VLAHOVIC - "Lui va servito in profondità, fa più fatica quando deve legare il gioco. Ma alla fine è un attaccante straordinario che va sempre in doppia cifra". 

RIVOLUZIONE GIOVANI - "È ciò che deve fare un allenatore. Farlo alla Juve è complicato, le ambizioni sono alte e pure le aspettative. Ricordo una frase di Vialli: “vincere alla Samp è stata una gioia immensa, farlo alla Juve una liberazione”. Il mio capitano aveva ragione: alla Juve devi sempre lottare per alzare trofei". 

GLI UOMINI CHIAVE - "Koopmeiners, di livello stratosferico. E Kvara". 

 



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