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Il centrocampista della Juve, Nicolò Fagioli, ha svolto il suo secondo incontro per il percorso di riabilitazione nella giornata odierna. Incontro che si è svolto nel cinema di Condove, tramite l'iniziativa denominata 'Lo sport non è un azzardo', al quale hanno partecipato molti ragazzi. 


LE PAROLE 


"Giocavamo con gli amici una volta a settimana, poi man mano che perdi i soldi diventa sempre più difficile. Avevo tempo, e la noia mi ha portato a giocare, era un riempitivo. Poi è diventata una malattia. Nascondi le cose ai genitori. Adesso sto giocando spesso a tennis, oppure vado con gli amici a giocare a padel, sto con gli amici e con la famiglia molto più di prima e questo mia aiuta molto. Sono stato io a dire che avevo un problema, la prima persona a cui lo avevo detto sono stati i miei procuratori e poi ai miei genitori, che mi hanno aiutato ad uscirne. Non è questione di quanto ti giochi, se hai questo problema anche un operaio che prende 1000 euro ha le stesse situazioni da affrontare. All'inizio non pensavo di andare incontro a queste conseguenze, ma quando è diventata una malattia avevo capito che rischiavo molto, anche la squalifica. Poi quando giocavo questa paura spariva e pensavo solo a quella. Il primo gol in Serie A non è paragonabile a niente quindi è difficile trovare qualcosa di migliore"