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Un intervento al cuore meno di sei mesi, poi la ripartenza, tra salite e ostacoli da superare. Nicolò Fagioli ha già vinto. Sì, perché dopo un infortunio di questo (aritmia benigna) è tornato a brillare in poco tempo, confermandosi la stella della Primavera juventina. Un anno fa Massimiliano Allegri lo celebrava pubblicamente, con parole al miele sul futuro e sulla sua qualità e riservandogli un posto speciale tra le sue attenzioni. Così, il gioiellino bianconero ha vissuto una stagione tra Primavera, Under 23 e Prima Squadra, con qualche allenamento e una convocazione ufficiale. Spazio tra i campioni, da cui imparare i segreti per essere grande, da cui apprendere la mentalità juventina. E la lezione è stata colta a pieno: "La mentalità di Cristiano Ronaldo e Giorgio Chiellini è contagiosa - ha detto di recente -. Non sono giocatori a cui posso somigliare, ruoli e caratteristiche sono differenti, ma il modo in cui si preparano è una lezione per tutti, a prescindere dalla posizione in campo".

Ciò che più stupisce è la predisposizione di un ragazzo giovane ma brillante, che si è messo completamente a disposizione delle idee di Zauli e si è ritagliato un ruolo da protagonista come regista della Primavera bianconera. Da numero 10 a numero 8, una metamorfosi che ne ha esaltato le qualità e l'intelligenza, con gestione del gioco e dei ritmi come pane quotidiano. E la personalità a fare da ingrediente per rendere tutto un po' più saporito. La stessa che oggi, contro il Leverkusen, l'ha portato a "scucchiaiare" il portiere avversario. Talento e un pizzico di irriverenza per una stellina che la Juve ha già blindato poco tempo fa con un rinnovo fino al 2023. In attesa che anche Sarri metta i suoi occhi su di lui.