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Nicolò Fagioli è pronto a dare il via alla sua missione azzurra. Il centrocampista classe 2001 della Juventus, fortemente voluto all'Europeo dal CT Luciano Spalletti, va verso una maglia da titolare nella sfida decisiva di domani sera tra Italia e Croazia, con la "benedizione" del suo allenatore ai tempi dell'Under 17 e poi dell'Under 19 Carmine Nunziata, che ne ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.

IMPATTO NELLE GIOVANILI AZZURRE - "Le relazioni sul suo rendimento nel settore giovanile della Juve erano chiare e certe qualità le avevamo viste già nell’Under 15 e Under 16. Però a livello fisico era ancora un po’ indietro".

CARATTERISTICHE PRINCIPALI - "Con i piedi gli veniva tutto facile rispetto ad altri giocatori della sua età. Ma il talento non basta, lui aveva qualcosa in più: l’intelligenza di apprendere con facilità cosa fare in campo".

COME GIOCAVA - "Sia mezzala che trequartista. Ai tempi usavo il 4-3-1-2, con una punta centrale e una larga, che era Riccardi: mi serviva qualità alle loro spalle e Nicolò me la dava. Nell’Under 19 ho iniziato a provarlo davanti alla difesa, tanto poteva coprire tutti i ruoli del centrocampo. Aveva un po’ tutto, come adesso".

PLAY CON JORGINHO - "Aveva piede e visione di gioco: si capiva che la sua evoluzione poteva essere quella".

UN AIUTO DAL PERCORSO - "Sicuramente. Prima l’Under 23 della Juve, poi la Serie B a Cremona. Trafila corretta: penso da sempre che è importante che i giovani vadano a giocare, quando escono dai settori giovanili non devono passare direttamente alla panchina. La Serie C è formativa, la Serie B anche meglio per crescere e arrivare in A da possibile protagonista".

CHE TIPO DI RAGAZZO ERA - "Fantastico, comportamenti esemplari. Pensi che nel 2018, finale con l’Olanda dell’Europeo Under 17, non lo feci giocare titolare: eravamo alla sesta partita, mi serviva gente fresca. Beh, lo misi all’inizio del secondo tempo e fece due assist. Uno che in campo dà sempre tutto, e chi dà tutto in un gruppo ci sta benissimo".

MOMENTO DIFFICILE PER LA SQUALIFICA - "Molto delicato: se non hai carattere e non sei un ragazzo maturo, non ne esci. Invece ne è venuto fuori bene: nella vita tutti possiamo sbagliare, conta come si reagisce e lui è stato bravo. Ma per come l’avevo conosciuto, non ho mai avuto dubbi".



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