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E tutto cambiò. Lecce-Juventus del 29 ottobre per Nicolò Fagioli è stata la svolta: quattro spezzoni su 16 partite per 59 minuti totali prima, 28 presenze su 31 partite e 1798 minuti in tutto dopo. Così quel gol decisivo, con un destro a giro alla Del Piero, gli ha aperto davvero le porte della Juventus e l'ha consacrato come pedina fondamentale nel cammino. Tanti alti, pochi bassi, ma uno recente: l'errore con il Sassuolo e quelle lacrime che hanno portato a qualche giornata per recuperare energie, soprattutto mentali. Oggi, per, ritrova il Lecce e da lì può ripartire.
 
E il suo agente Andrea D’Amico, a Tuttosport, racconta: «Premesso che Nicolò deve avere la pretesa di migliorare in tutto, secondo me con il piede che ha può fare diversi gol. E’ anche un augurio che gli faccio perché poi a prescindere dal ruolo il gol qualifica qualsiasi grande giocatore. Secondo me ha la qualità nei piedi per farne diversi».

GOL A LECCE - «Quella partita è stata un po’ come un segno del destino. Sembrava che Nicolò dovesse giocare dall’inizio, poi Allegri ha cambiato idea, ma quando è uscito McKennie lui è entrato e ha tirato fuori quella magia che, cosa importante, ha coinciso con la vittoria».

TITOLARE - «Quando un giovane fa parte di un organico così importante ogni momento può essere buono, in altri può esserci meno spazio. L’importante è ottimizzare ogni occasione. Già far parte di un organico così è importante, è chiaro che poi quando l’allenatore ti dà fiducia devi giocarti le tue carte bene». 
 
LE PROPRIE CARTE - «Se le è giocate benissimo. Ha 22 anni e con tutti i campioni che ci sono nella Juve non è facile ritagliarsi un posto con continuità come ha fatto lui da quella partita a Lecce in poi. Quel gol è stato l’inizio. Con avversari di grande livello, Paris Saint-Germain, Inter, Lazio, ha mostrato di avere non solo qualità tecniche, ma anche personalità. Ricordo che a San Siro contro l’Inter in campionato per esempio ha fatto una partita anche di grande quantità, oltre che di qualità. Domenica ero a Bologna dove ha fatto tre o quattro ruoli, giocando la prima mezzora quasi da punta e sfiorando il gol: la duttilità è un valore aggiunto. L’intelligenza di un grande giocatore è anche adattarsi alle esigenze della squadra e alla visione dell’allenatore e Nicolò può giocare in più posizioni».

LAVORO SUI GIOVANI - «La Juve ha lavorato molto bene a livello giovanile, è chiaro che poi per il salto occorre la personalità oltre a tecnica e qualità fisiche. E’ stato fatto un lavoro profondo che ha portato a valorizzare questi giovani talenti in un anno molto difficile dal punto di vista psicologico. E, un po’ come successe nel 2006 con Marchisio, Giovinco, De Ceglie e altri, sono venuti fuori i giovani».

LACRIME - «Uno sfogo emozionale e nervoso, normale per quanto ci teneva. Sono momenti negativi dai quali se uno ha qualità esce più forte».