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Una lunga intervista per svelarsi davvero, per raccontare tutto se stesso, ma soprattutto la sua rinascita. Nicolò Fagioli alla Gazzetta dello Sport ha affidato il suo pensiero sui mesi lunghi e difficili della squalifica, ma anche su quanto successo prima, su quel gioco d'azzardo che gli stava rovinando la vita. E ora? Ha solo voglia di tornare protagonista in campo.

Juventus, Fagioli si racconta: dal gioco d'azzardo alla rinascita, ora Europeo e scudetto


L'AIUTO - «Sì, in primo luogo la società: rinnovandomi il contratto mi ha dimostrato grande fiducia e vicinanza. Poi mister Allegri e i compagni. Penso a Locatelli, Gatti, Chiesa, Bremer, Vlahovic. Per il resto, con l’aiuto dello psicologo, ho combattuto. Per evitare la tentazione di sporgermi dalla balaustra sul vuoto, ho riempito le giornate dopo gli allenamenti: tennis, padel, sedute di analisi, incontri con le scuole. Per anni ho tenuto questo segreto di fango solo per me, ora posso parlarne, come faccio con lei per la prima volta».

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RIVINCITA - «Avevo una gran voglia di rivincita. Più su me stesso che sugli altri. Dal giorno dopo la squalifica ho cominciato ad allenarmi. Sono stati sette mesi di agonia, contavo i giorni. La mia vita è qui, su questi campi verdi, a vincere o perdere in ragione del talento mio e della mia squadra, non a buttare le giornate e centinaia di migliaia di euro, tanto ho perso, rovinandomi  e sentendomi in colpa».

EUROPEO, CI CREDEVI? - «No, ma ci speravo. Ora voglio dare la vita per essere nella lista per l’Europeo. Se non dovessi riuscirci, tiferò per gli azzurri. Ho cominciato a giocare a quattro anni, a sedici sono andato via di casa perché la Juve mi ha chiamato. Ho lasciato i miei genitori che mi hanno sempre seguito senza mettermi pressioni. Mamma è impiegata, papà distribuisce medicinali e sono stati molto preoccupati per me. Ora li immagino felici e vorrei fossero orgogliosi di me con la maglia azzurra».

REGISTA - «Mi piacerebbe. Nasco trequartista, ruolo in sparizione. Poi Pirlo e Allegri mi hanno fatto capire che potevo schierarmi davanti alla difesa e guidare il gioco. Ora mi sento pronto a farlo, anche se non rimuovo la voglia, ogni tanto, di segnare. La Juventus ha davanti cinque competizioni. Sarà bellissimo giocare ogni tre giorni. È quello che piace a me. E il prossimo anno il nostro obiettivo, come sempre per la Juve, è vincere lo scudetto».