CARRIERA – Rispetto a quanto detto fino adesso, c’è un ulteriore caratteristica di cui parlare: l’abilità nella finalizzazione. Nella stagione scorsa, con l’Under 17 di mister Pedone, Fabio Miretti ha segnato sedici gol in diciassette incontri: una media da numero 9, piuttosto che da centrocampista centrale. Per Fabio Miretti, nato a Pinerolo – due passi dal centro sportivo di Vinovo – nel 2003, andare a giocare nella Juventus è stata una scelta di cuore. Dopo un inizio a Saluzzo e sei stagioni con la maglia del Cuneo, Torino e Juve sono andate a bussare alla porta della famiglia del giovane. A quel punto, per lo juventino Miretti la scelta è apparsa quasi scontata. Integrato nel gruppo della Primavera, in poco tempo ne è diventato una pedina fondamentale e insieme a Barrenechea costituisce un duo di centrocampo di altissima qualità per la categoria. Nell’ultimo anno, i paragoni con Marchisio si sono sprecati. Per evitare di volare troppo alto per poi cadere, potremmo cercare un paragone più vicino: per caratteristiche e percorso, Miretti potrebbe assomigliare a Fagioli, di recente aggregato nella prima squadra di Pirlo. Prima, però, dovrà continuare a convincere con la Primavera ma, intanto, contro la Lazio Lamberto Zauli ha osservato da molto vicino le sue giocate.
Fabio Miretti, il centrocampista double face della Juve Primavera che ripercorre le orme di Fagioli
Fabio Miretti è uno dei talenti più cristallini delle giovanili della Juventus. Classe 2003, è regolarmente uno dei più giovani in campo nel campionato Primavera. Se non si avesse la distinta davanti, però, sarebbe arduo da immaginare per l’autorevolezza e la spregiudicatezza con le quali Miretti interpreta le partite. Parliamo di un centrocampista centrale dotato tecnicamente, con una discreta fisicità e uno spunto sul breve che può infiammare la partita. Come successo durante l’ultimo impegno dell’Under 19, quando con un’azione personale in slalom Miretti si è conquistato il rigore che, tirato da Barrenechea, ha portato il risultato sul definitivo 2 a 0 per i bianconeri. L’identikit è quello del centrocampista moderno, un calciatore capace di giocare in ogni posizione centrale del campo dalla mediana in su, trequarti compresa, e abile nell’interpretare più fasi. Miretti può vestire i panni eleganti e raffinati del regista o del direttore d’orchestra: ogni azione passa dai suoi piedi ed è lui, con una visione di gioco superiore e una comprensione dei momenti del match altrettanto alta, a decidere se fraseggiare corto e rallentare oppure verticalizzare verso le punte e andare a infierire lì dove gli avversari hanno scoperto il fianco. Allo stesso modo, può vestire i panni più comodi dell’incursore e buttarsi direttamente nella mischia: come detto, spunto nel breve e capacità di dribbling non gli mancano di certo.
CARRIERA – Rispetto a quanto detto fino adesso, c’è un ulteriore caratteristica di cui parlare: l’abilità nella finalizzazione. Nella stagione scorsa, con l’Under 17 di mister Pedone, Fabio Miretti ha segnato sedici gol in diciassette incontri: una media da numero 9, piuttosto che da centrocampista centrale. Per Fabio Miretti, nato a Pinerolo – due passi dal centro sportivo di Vinovo – nel 2003, andare a giocare nella Juventus è stata una scelta di cuore. Dopo un inizio a Saluzzo e sei stagioni con la maglia del Cuneo, Torino e Juve sono andate a bussare alla porta della famiglia del giovane. A quel punto, per lo juventino Miretti la scelta è apparsa quasi scontata. Integrato nel gruppo della Primavera, in poco tempo ne è diventato una pedina fondamentale e insieme a Barrenechea costituisce un duo di centrocampo di altissima qualità per la categoria. Nell’ultimo anno, i paragoni con Marchisio si sono sprecati. Per evitare di volare troppo alto per poi cadere, potremmo cercare un paragone più vicino: per caratteristiche e percorso, Miretti potrebbe assomigliare a Fagioli, di recente aggregato nella prima squadra di Pirlo. Prima, però, dovrà continuare a convincere con la Primavera ma, intanto, contro la Lazio Lamberto Zauli ha osservato da molto vicino le sue giocate.
CARRIERA – Rispetto a quanto detto fino adesso, c’è un ulteriore caratteristica di cui parlare: l’abilità nella finalizzazione. Nella stagione scorsa, con l’Under 17 di mister Pedone, Fabio Miretti ha segnato sedici gol in diciassette incontri: una media da numero 9, piuttosto che da centrocampista centrale. Per Fabio Miretti, nato a Pinerolo – due passi dal centro sportivo di Vinovo – nel 2003, andare a giocare nella Juventus è stata una scelta di cuore. Dopo un inizio a Saluzzo e sei stagioni con la maglia del Cuneo, Torino e Juve sono andate a bussare alla porta della famiglia del giovane. A quel punto, per lo juventino Miretti la scelta è apparsa quasi scontata. Integrato nel gruppo della Primavera, in poco tempo ne è diventato una pedina fondamentale e insieme a Barrenechea costituisce un duo di centrocampo di altissima qualità per la categoria. Nell’ultimo anno, i paragoni con Marchisio si sono sprecati. Per evitare di volare troppo alto per poi cadere, potremmo cercare un paragone più vicino: per caratteristiche e percorso, Miretti potrebbe assomigliare a Fagioli, di recente aggregato nella prima squadra di Pirlo. Prima, però, dovrà continuare a convincere con la Primavera ma, intanto, contro la Lazio Lamberto Zauli ha osservato da molto vicino le sue giocate.