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Antonio Jesús García González, per tutti Toñito, è stata una figura importante per la carriera di Cristiano Ronaldo. Fu lui a dargli il cambio nel giorno dell’esordio con i professionisti, fu lui a smarcarlo nell’azione che portò al primo gol del portoghese con la maglia dello Sporting. L’ex centrocampista spagnolo racconta CR7 sulle pagine de La Gazzetta dello Sport:

L’ESORDIO - “Succede che esce Toñito ed entra un extra­terrestre di 17 anni. Gli dissi qualcosa come ‘Suerte, mostro’, poi si scatenò. Aveva una voglia incredi­bile di mangiarsi il mondo. Ero un buon giocatore io, ma la differen­za si è vista da subi­to: Cristiano ha sempre avuto il potere di cambiare le squadre”.

COME JORDAN E NADAL - “Chi come me lo osservava da vi­cino, vedeva una scintilla: non aveva dubbi sul fatto che sarebbe diventato un campione. Certo, era difficile pensare che sarebbe diventato il Michael Jordan del calcio. Io lo paragono a Rafa Nadal: ha una testa fuori dal comu­ne. Uno così nasce ogni 50 anni o forse di più”. IL PRIMO GOL - “Ogni giorno su WhatsApp qual­cuno mi manda il video, ma non mi stanco mai: mi fa sentire una piccola parte della sua incredibi­le storia. Poi, se volete, potete di­re che il gol è nato dal mio tacco, ma in realtà ho fatto poco o nul­la: solo una giocata sulla trequar­ti, poi lui ne ha saltati tre. E dopo ne ha segnato pure un altro”.

POCHI CONTATTI - “Se ci sentiamo spesso? No, purtroppo. E poi la Juve me lo ha ‘rubato’: non posso più ve­derlo in tv ogni settimana. Una volta venne qui alle Canarie col Real Madrid e andai a trovarlo in albergo. Gli dissi: ‘Ti ricordi di quando ti accompagnavo a casa dopo gli allenamenti? Non avevi neanche la patente e adesso gui­di una Ferrari’”.

RIMPIANTO DELLA LIGA - “Manca a tutti, pure ai rivali, ma soprattutto al Real. Ero dispia­ciuto quest’estate, ma poi ho ca­pito: è andato in una squadra già fortissima in cui lui è il ‘plus’. La Juve è la favorita in Champions”.