Le parole a Settimana Sport di Salvatore Asmini, che ha avuto una storia da dirigente della Sampdoria all'epoca di Beppe Marotta e Fabio Paratici in blucerchiato. Asmini è stato uno degli artefici della Samp di Cassano e Pazzini. Ecco cos'ha detto: "Il mio rammarico è quando sono rientrato (nel 2011, ndr). Ho sbagliato, forse per il grande attaccamento: non avrei dovuto ma me l’aveva chiesto Garrone. Sono arrivato e mi è stato proibito di occuparmi di questioni tecniche perché c’erano altri. Dovevo essere una sorta di team manager, stare con la squadra e con l’allenatore. Poi hanno fatto la squadra che hanno fatto, le cose sono andate male e chi se ne è andato ha avuto la forza di dire che la colpa era mia. Mi son preso la colpa, sono arrivati insulti. Queste cose mi hanno ferito. Per il 90% delle persone Salvatore Asmini è responsabile della catastrofe di quell’anno lì".
QUASI BIANCONERO! - "Paratici quando è arrivato non lo conosceva nessuno: ha lavorato sette anni. Poi per la maggior parte della stampa genovese è stato quello ha preso i giocatori e ‘che ha cambiato il mondo’. A Marotta avevo detto una cosa precisa che si è avverata, quindi parteggio per lui. Non ho nulla da perdere e posso dire quello che voglio. Il mio problema non sono né Marotta né Paratici. Alla Juventus saremmo andati entrambi, io e Paratici: non ho accettato e me ne sono andato sbattendo la porta in malo modo. Anche con Paratici non ho niente, è lui che dovrebbe chiamare me. Sono un po’ polemico, ma non voglio passare per fesso".