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La Juventus sta vivendo due mercati abbastanza simili, in questa stagione. Sia quello estivo che questo invernale, la società ha dovuto fare i conti - letteralmente - con le uscite: il cruccio di settembre, infatti, era proprio quello che la rosa lunga non fosse solamente un benefit per la stagione, ma anche un problema, per le casse e per la gestione dello spogliatoio. Così, prima Khedira, poi Matuidi e, infine, Emre Can, sono stati tanti i giocatori passati in un lampo dalla cessione alla conferma, a causa di un mercato che non ha offerto le possibilità che Paratici cercava. Monetizzare, però, non basta, così alla riapertura del mercato invernale, ecco che è arrivata la cessione di Mario Mandzukic, accompagnato anche da Mattia Perin, l'ultimo dei partenti dell'estate che sono rimasti sul "groppone" per questi primi sei mesi di stagione.

Insomma, un po' di caos. Così, con Mandzukic spedito a zero e Perin in prestito, la Juventus ha liberato spazio nello spogliatoio, ma non ha incassato. In questa circostanza, la cessione di Emre Can potrebbe essere quel toccasana necessario con cui chiudere il mercato di gennaio venerdì. Eppure, la trafila del tedesco quest'anno è cominciata ben più indietro nel tempo, come detto, anche se in tanti forse sbagliano ad identificare nell'esclusione dalla lista Champions il punto di rottura. Infatti, quel punto, arriva prima del gran rifiuto di Sarri di contare su di lui in Europa. Certo, il rapporto tecnico tra allenatore e giocatore non sembra essere dei migliori, ma lo stesso Sarri ne può poco, visto che non ha mai fatto voltafaccia. 

Emre, infatti, gioca poco da settembre, non solo negli ultimi mesi. Sbilanciare le responsabilità della sua esclusione permanente sul tecnico è lecito, ma anche la società dovrebbe prendere una posizione più netta, anziché sostenere ancora che sia un giocatore importante. Il suo valore, se non altro, è importante e Paratici lo sa, dal momento che non vuole svenderlo solo per ragioni tattiche. Un po' di confusione, quindi, che ha messo in cattiva luce Sarri più di quanto, in questo caso, meritasse. Ha tanti difetti, ma sulla gestione di Emre Can, le cause sono da cercare nelle retrovie, non in panchina.