QUELLA NOTTE - La sensazione di occasione persa è data soprattutto dai ricordi di una notte, una delle più belle vissute dai tifosi della Juve in questi anni. La notte della rimonta sull'Atletico Madrid. Dal 2-0 del Wanda Metropolitano al 3-0 dello Stadium. CR7 grande mattatore ma tutti di quella notte ricorderanno pure la grande prestazione di Can, messo a destra nella difesa a tre da Max Allegri. Avrebbe fermato anche un'auto in corsa, la sensazione era quella e che quello fosse il suo vero potenziale. Questo doveva essere il suo anno ma è stato tutto il contrario. Emre, di fatto, non c'è mai stato. Appena 8 presenze totali, 279 minuti giocati e un addio amaro, da una parte e dall'altra.
RESPONSABILITA' - Le responsabilità, però, non sono solo di Sarri. Anche le non scelte della società in estate hanno avuto il loro peso con il tecnico bianconero costretto a tagliare dalla lista Champions il giocatore che in quel momento dava meno garanzie, bruciandolo per sempre. Ma pure Emre poteva fare qualcosa in più, specialmente negli ultimi mesi in cui Sami Khedira è stato fuori. Di fatto non è riuscito a scalare le gerarchie e un po' di responsabilità, di certo, ce l'avrà pure lui perché Sarri ha sempre detto di non avere preclusioni verso nessun calciatore. Resta quell'amaro in bocca per l'addio di un calciatore che in una notte aveva fatto innamorare i tifosi della Juve. Doveva essere quello il suo punto di partenza e invece è stato il picco più alto della sua esperienza a Torino. @lorebetto