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Il confronto tra i due grandi esclusi dalla lista Champions della Juventus di questa stagione, Emre Can e Mario Mandzukic, ci racconta di come le circostanze siano importanti. Non si può raggiungere quindi il nocciolo della questione, senza prima cercare di comprendere ciò che vi ruota attorno. Per cominciare però, bisogna riprendere sott'occhio le parole che oggi Sarri ha riservato sui due, svelando come stiano vivendo in maniera differente la situazione: "Emre t​itolare? Non lo so, è uscito provato dalla scelta per la lista Champions, è una scelta che abbiamo dovuto fare. Resta un'ottima soluzione, lo vediamo in allenamento. ​Mandzukic in questo momento è d'accordo con la società di restare in disparte, poi vedremo quando chiuderanno tutti i mercati".

STUPIRE - Così, Sarri ci ha raccontato di un Emre Can che ha voglia di superare quanto successo e che, giorno dopo giorno, sta facendo vedere il suo valore. Sotto sotto, perfida vendetta degli "esclusi", il centrocampista ex-Liverpool vorrebbe far pentire il tecnico della scelta, ma senza fare illazioni, quel che si evince è che Emre Can ha ancora voglia di Juventus. Insomma, una sola stagione in bianconero non è sufficiente per dir di aver fatto il proprio, così, Can sta cercando di riprendersi - alla Continassa - ciò che gli è stato tolto. Inoltre, dimostra anche una sicurezza che il giocatore ha verso i dettami del tecnico: non si sente, duqneu, tatticamente fuori contesto e vuole giocare. Differente la posizione di Mandzukic. 

MARIO - Il croato invece, si è preso una pausa. Professionale, anche da professionista in un certo senso, ma ciò non ne cambia il valore:sempre una pausa rimane. Così, in attesa che i mercati chiudano, Mandzukic aspetta come un broker che non ha bisogno dell'ultimo secondo per scoprire il suo destino: aspetta, perché è giusto farlo, ma sa che la pausa potrebbe allungarsi fino a gennaio. Il 30 settembre ed il Qatar non sembrano un'opzione suggestiva, così come il reintegro - non come sporadica comparsa - in bianconero sia ormai tramontato: cinque anni di rapporto si fanno sentire, così come la ventata di novità arrivata con l'estate non ha certo contribuito a trovare l'entusiasmo. Con Sarri, a differenza che con Allegri, il feeling non sembra essere ancora scattato.