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Lacrime. A fiumi. Chi quel 13 maggio 2012 non piangeva era perché le tratteneva a forza. Impossibile non emozionarsi. Perché l'ultimo gol è come il primo, non si scordai mai: nel mezzo, altre 288 reti. Tutte con una sola maglia. Alex Del Piero è storia. E vogliamo pensare che non è un caso se l'ultimo centro in bianconero l'ha fatto proprio nell'ultima partita davanti al suo pubblico. Otto anni fa, al 27' di Juventus-Atalanta, l'ex capitano della Juve riceve palla da Giaccherini al limite dell'area, l'aggiusta e con un destro non potente ma preciso - precisissimo - la infila all'angolino sulla destra del portiere. Lingua di fuori e via a esultare. Sarà l'ultima volta.

290 GOL - Una settimana dopo la Juve andrà a Roma per la finale di Coppa Italia con il Napoli (con tanto di patch speciale sulla maglia dei giocatori per celebrare Alex), ma l'ultima gara di Del Piero in campionato, corrisponde all'ultimo gol in bianconero. Su 290 totali, più o meno importanti; più o meno belli. Importantissimi, alcuni. Entrati nella storia: come quello del 1996 contro il River Plate che ha regalato la Coppa Intercontinentale alla Juve di Lippi. Bellissimi, altri: ricordate quell'esterno destro al volo contro la Fiorentina? Era il 1994, e Alex era poco più che un ragazzino.

L'ABBRACCIO - Qualche ruga in più nel 2012, quando segna contro l'Atalanta. La partita finisce 3-1 e oltre al capitano vanno in gol anche Marrone e Barzagli, ma il risultato poco importa. Quella era la Sua partita. La Sua festa. La settimana prima la Juve aveva conquistato lo scudetto con una striscia incredibile di 38 partite su 38 senza sconfitta, dopo il suo ultimo gol Alex non ha fatto in tempo a festeggiare che viene subito raggiunto dall'abbraccio dei compagni. Tutti, Storari compreso. Sguardo in tribuna per una dedica speciale, cuore che batte a mille. Come la prima volta, quando un ragazzino appena arrivato dal Padova segna nel 4-0 alla Reggiana. Settembre 1993. Diciannove anni dopo è stata la chiusura di un cerchio.

LA SOSTITUZIONE - Al 56' è il momento della sostituzione. La partita si ferma: standing ovation dello stadio, inchino del numero 10 come segno di umiltà e rispetto verso chi l'ha sempre sostenuto. L'abbraccio con Pepe che ha preso il suo posto, il saluto con l'amico Buffon in panchina. Poi? Tutto finito? Macché. In campo si gioca, ma la partita non la guarda più nessuno: tutti gli occhi sono puntati su Alex. "C'è solo un capitano" canta lo stadio qualche minuto dopo, Del Piero si alza in piedi, sorride e ringrazia. Poi il giro di campo: quasi esausto per le mille emozioni. Momenti infiniti, da fermare il tempo e non mandarlo più avanti. Un sorriso. Due, tre. Qualche lacrima, i tifosi disperati per l'addio. Era il 18 maggio 2012, ma sembra ieri.