commenta
Emery, attuale allenatore dell'Aston Villa, torna sul Siviglia e sulla storia in Europa League a La Gazzetta dello Sport. 

COME UNA FINALE - "È come una grande finale. E lo dico con il massimo rispetto per la Roma di Mourinho e per il Leverkusen di Xabi Alonso. Sono convinto che chi avrà la meglio tra bianconeri e andalusi, poi a Budapest sarà favorito per conquistare il trofeo. La Juve per la qualità della rosa e il Siviglia per la mentalità da campione che ha in questa competizione. Faccio il tifo per il Siviglia. Però, se i big di Allegri saranno focalizzati su questa Coppa, la Juventus partirà con un leggero vantaggio. I bianconeri sono in ripresa e hanno riacquistato i 15 punti di penalizzazione in campionato. E se non ricordo male non vincono un trofeo internazionale dagli anni Novanta. La squadra di Allegri ha una bella occasione, però... La Juve dovrà avere un grandissimo rispetto del Siviglia per tutti i 180’. Con il nuovo allenatore, Mendilibar, si è risollevato e ha giocatori di esperienza. Non hanno eliminato per caso il Manchester United nei quarti. Giocare al Sanchez Pizjuan è dura per tutti e al ritorno lo sarà anche per la Juve. A Siviglia c’è un’atmosfera unica".

SEGRETO PER L'EUROPA - "Considerarla e affrontarla come una priorità al 100%, non come una Coppa di serie B. E al Siviglia, dal club ai tifosi, la vivono così. Sono consapevoli di non poter competere per la Champions con il Real Madrid e allora vivono l’Europa League come fosse il Mondiale. E alla fine questo spirito, che anche io ho imparato lì, fa la differenza. Cos'è rimasto del mio Siviglia? Il presidente Castro e il d.s. Monchi. E poi ci sono Jesus Navas e Rakitic, tornati al Siviglia dopo i trionfi con City e Barcellona. Della squadra attuale mi piace molto anche Fernando".

DECISIVO PER LA JUVE - "Di Maria, un vincente nato. Ai tempi del Psg ho conquistato 7 trofei assieme ad Angel e ricordo una finale decisa da un suo gol. È un campione e in queste sfide da dentro o fuori è un bel vantaggio averlo dalla propria parte. Di Maria ha vinto ovunque. Rabiot? Non mi stupisce, è un vincente. Vlahovic non l’ho allenato, ma continuo a pensare che sia uno dei migliori attaccanti tra gli Under 25. Futuro in Premier per entrambi? No comment. Quelle sono scelte personali".