RICAVI - Un passo rischioso ma necessario, con alcuni punti che la Juve può sfruttare per ristabilire la parità di bilancio: al netto delle plusvalenze, i ricavi sono stati pari a 286 milioni, 70 in più rispetto a un anno fa, in cui spiccano gli 8 milioni in più di incasso dallo stadio e i 15 milioni in più dai diritti tv Champions. Poi, c'è tutta la parte commerciale, con l'effetto Ronaldo come garanzia di successo: qui la Juve ha fatto registrare ben 30 milioni in più rispetto alla prima parte del 2017-18, +18 delle sponsorizzazioni (61.4 totali) e +12 del merchandising-licensing, che ha toccato i 27 milioni in sei mesi, distanziandosi pochissimo dai 28 incassati in tutto il 2017/18. Un fatto possibile grazie alle magliette del portoghese, e non solo naturalmente.
SPESE - Le spese costituiscono l'altra faccia della medaglia, con l'incremento degli ingaggi di 40 milioni (154 totali) e degli ammortamenti di 25. Come scrive proprio la Gazzetta dello Sport, "il peso di Ronaldo si può stimare in due terzi sull’incremento delle due voci, il resto è dato dalle altre acquisizioni di mercato. Basti pensare che la campagna trasferimenti estiva ha comportato un aumento del capitale investito di 223 milioni. Non a caso l’indebitamento finanziario netto, come già annunciato dalla dirigenza, è aumentato: dai 310 milioni al 30 giugno 2018 ai 384 al 31 dicembre 2018: +74 milioni. Nel frattempo la Juve ha piazzato un bond da 175 milioni con scadenza a 5 anni che servirà a ristrutturare il debito e a dare più tempo al piano di crescita. Una crescita, beninteso, che dovrà essere sostenibile, perché Exor impone da anni l’autosufficienza al club".