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Che Allegri e Adani non si acchiappino lo si era capito già lo scorso anno, proprio al termine di un altro Derby d’Italia vinto dalla Juve quasi al fotofinish. Pure in quell’occasione l’opinionista di Sky ebbe da ridire sul modo in cui la squadra bianconera ottenne quella vittoria (giocate dei singoli, scarsa ricchezza di gioco) e Max utilizzò la metafora del basket: “Lì giocano con le mani e con i piedi - replicò - lo schema non esce e la palla la danno al più bravo. Figuriamoci se gli schemi riescono nel calcio".

Ad un anno di distanza, altro Inter-Juve e altro battibecco, decisamente più acido e terminato stavolta a stracci in faccia. Il tema sempre lo stesso: il modo di giocare della Juventus, che ad Adani non piace. Così come non raccoglie ampi consensi all’interno della tifoseria juventina, nonostante i 5 scudetti consecutivi post Conte e tutti gli altri trofei aggiunti nella sala trofei del JMuseum. “Fate tutti tecnici, mentre io sono un pratico” la risposta piccata di Allegri ad Adani, e – indirettamente – anche a tutti i suoi critici.

Sacrosanto che un professionista difenda a spada tratta il proprio lavoro, soprattutto se coi propri metodi ha ottenuto risultati non di poco conto. Pretendere però che, siccome “io ho vinto 6 scudetti, tu adesso stai zitto” non va bene. Così come non è altrettanto corretto sottrarsi al confronto con chi ha un parere differente e, fino a quel momento, aveva semplicemente (e civilmente) posto delle domande, innescando il contraddittorio.

No, non mi è piaciuta per niente la reazione stizzita di Max Allegri a Sky, perché partita dal presupposto che a chi vince non bisogna muovere critiche, e che con un allenatore possa interloquire solo chi ha allenato, perché a questo punto il 100% dei giornalisti sportivi non avrebbe diritto di parola, e di domanda.

Adani, tra l’altro, ha giocato a calcio ad alti livelli, ha frequentato campi e spogliatoi, quindi parla con cognizione di causa, e comunque esprime da opinionista dei pareri. Giusti o sbagliati che siano, restano pur sempre delle opinioni. Compresa quella espressa nel post partita di sabato sera, esposta in termini civili. Fino ad un certo punto, e cioè fino a quando non si è sbracato nel bar sport di terza categoria da parte di entrambi, opinionista ed intervistato: è partito in quarta Allegri (“stai zitto, di calcio non sai niente”) gli è andato subito dietro Adani (“Stai zitto lo dici a tuo fratello”). Anche se il picco degli ascolti Sky lo avrà avuto proprio in quel momento, perché, si sa, la rissa in tv piace. Personalmente, ne avrei fatto volentieri a meno.

Però ricordiamoci da dove tutto è partito: da una critica sul modo in cui gioca la Juventus, e che – correttamente – Adani ha addebitato ad Allegri. Fino a prova contraria, il modo di stare in campo di una squadra, di interpretare una gara, di scegliere quando&come difendersi e quando&come attaccare li decide un allenatore, altrimenti sarebbe del tutto inutile affidargliela e pagargli pure un lauto stipendio (quello di Allegri arriva a 7 milioni) se poi ci si affidasse alla creatività dei calciatori. Chiedergliene conto mi sembra doveroso, anche quando vince. Ed è proprio questo ciò che Allegri non accetta. “Voi leggete i libri e fate i teorici, io sono un pratico”, “Voi non allenate, non sapete nulla”. Che risposte sono?

D’accordo, chi vince (in teoria) ha sempre ragione, ma non a prescindere. E la volta che perdi non puoi attaccarti agli infortuni e agli imprevisti della stagione, oppure stravolgere la realtà. Tipo, individuare in “4 ripartenze sbagliate” la causa della sconfitta con l’Ajax, dopo aver visto la squadra di Ten Hag dominare in lungo e in largo la Juventus sia all’andata che al ritorno. Significa offendere l’intelligenza di chi ascolta. Ammesso che chi ascolta possa permettersi di obiettare, altrimenti la chiudiamo qui. Allegri non parlerà più con nessuno, noi non gli faremo più domande.

Ah, vorrei tranquillizzare quelli che adesso si aspettano un licenziamento in tronco di Adani da Sky, causa "solita" longa manus della potente famiglia Agnelli "socia" di Murdoch: Adani avrà pure reagito male, ma non ha attaccato in modo diretto la Juventus, non l’ha offesa, come qualche altro buontempone – in passato - fece in tv e ancora oggi si ostina a farlo sui social per collezionare followers e like.

Don’t worry, Adani resterà al suo posto. Allegri? Anche, forse…