UN ROBOT - Joao Aroso è stato il fitness coach di Ronaldo sia allo Sporting che in nazionale, e dice alla Gazzetta: “Per nessuno è facile giocare ogni tre giorni, ma sarà meno difficile per chi ha determinate caratteristiche aerobiche, sarà ancora meno difficile per Cristiano che è una storia a sé: ricordo i dati in Nazionale, era quello che giocava di più e che aveva meno infortuni... Un robot come lui può fare tutto perché conosce il suo corpo, lo ascolta, lo accende e lo spegne. Già adesso che si avvicina la ripresa dell’allenamento collettivo inizierà da solo a provare con più frequenza i movimenti di gioco. La sua età biologica non è di 35 anni ma molto meno: senza lesioni, può arrivare ai 40 senza perdere forza. E’ tutto nella sua testa più che nel suo fisico: fin quando c’è un record da inseguire o fin quando prosegue la lotta con Messi, la macchina non si ferma”.
COME UN CARTONE ANIMATO - Aroso descrive la crescita fisica di CR7: “Quando allo Sporting facevamo lavoro di coordinazione sembrava un cartone animato: era tanto veloce da non crederci. E poi dopo i doppi turni di allenamento, i compagni lo vedevano fare la corda e corsa nel corridoio della loro abitazione... Tutti conoscono la celebre amichevole col Manchester, quella in cui fu “scelto” da Ferguson: ricordo che i compagni della sua età stavano ad ammirare Van Nistelrooy e Scholes, lui guardava dritto davanti a sé senza spostare lo sguardo: quella ferocia è la stessa di sempre”.
CAMBIAMENTO FISIOLOGICO - Aroso parla poi del cambiamento fisico del Ronaldo giovane rispetto ad oggi: “Ha sempre lavorato in palestra e all’inizio puntava a scatenarsi su lunghi spazi, ma forse allora non era un “atleta scientifico” come ora. Il giocatore più “esplosivo” è diventato giustamente più “conservativo”, ma non c’è alternativa tra il primo Ronaldo e questo: sono complementari”.
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