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Tra i giocatori a disposizione di Andrea Pirlo nel raduno della Juventus che ha preso il via oggi alla Continassa, tra i tanti giocatori che mancano all'appello ce n'è uno, che non ha un nome, ma corrisponde genericamente a un ruolo. Quello lasciato vacante dalla partenza di Miralem Pjanic. Peraltro la stessa posizione di Pirlo da calciatore. Il regista.

I TEMPI INCALZANO - Il mercato deve ancora cominciare e durerà un mese abbondante, ma il campionato parte già il 19 settembre (Covid permettendo) e l'impressione è che ci vorrà tempo, tra cessioni complicate e tanti acquisti da portare a termine, per conferire al centrocampo una fisionomia definitiva. Forse allora val la pena prepararsi all'ipotesi di un'annata senza playmaker puro (per ora il nome caldo più vicino a quelle caratteristiche è Locatelli, per il resto ci sono sul piatto diverse mezzali tecniche) andando a dare un'occhiata a cosa accadde l'ultima volta che alla Juve si verificò una situazione simile.

UN PO' DI STORIA - Stagione 2015-2016, la seconda di Max Allegri sulla panchina bianconera. Andrea Pirlo, proprio lui, ha appena lasciato per andare a svernare a New York. E Marotta non porta a Torino nessun sostituto vero e proprio. A centrocampo arrivano Sami Khedira e Mario Lemina, mentre per la trequarti viene preso un po' a sorpresa Hernanes all'ultimo momento. Cosa fa dunque l'allenatore fresco di finale di Champions contro il Barcellona? Inizia adattando a regista la mezzala che, per maturità e visione di gioco, più di tutte si poteva calare nel ruolo: Claudio Marchisio.

L'ANNATA - La Juve all'inizio stenta a ingranare. Un po' l'assetto da ritrovare, un po' una marea di infortuni (nelle prime giornate di campionato si segnala persino un Padoin regista) fanno scivolare i bianconeri nella parte destra della classifica. Poi però, dopo la famosa sconfitta per 1-0 col Sassuolo, l'organico torna a ranghi completi, il gruppo si carica e unisce ancora di più, in campo si trova la quadra, e con Marchisio regista parte un filotto di risultati utili consecutivi che consegnerà alla storia una delle più clamorose rimonte da scudetto nella storia della Serie A.

LA TROVATA - Qualcosa però ancora non va, Allegri ha bisogno di trovare un regista vero in vista anche dei turni a eliminazione diretta di Champions League. Dal mercato invernale però non arriva nessuno, e allora il mister fa come può: accantona definitivamente lo schieramento col trequartista in favore del 3-5-2 e in cabina di regia inizia ad alternare a Marchisio anche Hernanes, mettendo in atto una metamorfosi da playmaker offensivo a regista non certo nuova nel calcio moderno (ricordiamo lo stesso Pirlo) anche se in quel caso per il brasiliano avvenne in un'età già matura.

QUEL SUCCESSO SFIORATO - La nuova scelta, dopo essere stata provata in campionato, ebbe un importante banco di prova nel maledetto ottavo di finale contro il Bayern di Guardiola. Nell'andata a Torino, sotto all'intervallo, Allegri tolse Marchisio e mise Hernanes a dirigere, e dopo aver preso lo 0-2 giunse una clamorosa rimonta al 2-2. Al ritorno a Monaco di Baviera Hernanes giocò da regista titolare, e la Juve sfiorò l'impresa, sfumata solo ai supplementari dopo la famigerata "palla non spazzata da Evra" al novantesimo.

E OGGI? - Insomma, alla fine una Juventus rimasta orfana del regista riuscì a condurre una stagione dignitosa, pur tra mille difficoltà, vincendo scudetto e Coppa Italia, e uscendo sì agli ottavi di Champions, ma contro una squadra molto forte (superiore a un Lione, con tutto il rispetto) ai supplementari. Lo fece adattando una mezzala intelligente come Marchisio e un fantasista come Hernanes. Chissà se Pirlo già sta prendendo appunti da Allegri per capire chi potrebbe far agire nel ruolo che fu suo: la soluzione potrebbe essere adattare Bentancur, come già visto in casa Juve quando c'era da sostituire Pjanic (arrivato a Torino nel 2016) o il nuovo arrivo Arthur, oppure, tra i nomi attualmente accostati ai bianconeri, ci potrebbe stare un numero 10 come De Paul. Perché funzionare anche senza regista puro nel 2020 si può. Bisogna cucire il giusto abito tattico tutt'intorno.