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È arrivato il momento di chiedere scusa a Lindsey Thomas, i meno attenti si chiederanno: per quale motivo? Forse non lo ricorderete, era lo scorso giugno quando l'attaccante francese veniva presentata come rinforzo alla corte di Joe Montemurro. Presentata con una descrizione di Stefano Braghin che la definiva tra le attaccanti più forti del panorama calcistico europeo. Parere però non condiviso dai tifosi: chi chiedeva il ritorno di Agnese Bonfantini, chi non la riteneva il profilo giusto per la Juventus accusandola principalmente di poca concretezza sotto porta. A queste critiche Thomas non ha mai risposto direttamente ma è stato il campo a parlare per lei. 


Lindsey Thomas, lavoro, umiltà e coraggio


Lindsey, si è da subito messa a disposizione di Joe Montemurro, accettando sempre di buon grado le scelte del coach australiano. Accomodandosi in panchina senza mai lamentarsi. Oggi, nonostante le numerose panchine, la francese è capocannoniere della Serie A femminile, avendo giocato soltanto poco più di 600 minuti ha messo a segno otto reti (10 contando quelle in Coppa Italia). Cosa colpisce di Lindsey? Certamente le sue treccine, fermandosi al livello estetico. Andando oltre, colpisce l'abilità con cui parla italiano. Quando le viene chiesto spiega che ha voluto impararla per adattarsi al meglio alla nuova cultura. Comportamento di certo non scontato. Non solo però, dopo essere diventata capocannoniere, rigorosamente in silenzio, Thomas con un sorriso dice: "Metto sempre la squadra prima di me stessa". A dimostrazione, ancora una volta, della sua infinità umiltà. Alle critiche ha risposto sul campo, in silenzio, rete dopo rete ed assist dopo assist. Una cosa però è certa: è il momento di chiederle scusa, ma soprattutto di essere consapevoli che avere Lindsey Thomas in squadra è una fortuna, un valore aggiunto che tutti dovrebbero conoscere ed apprezzare.