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Uno sprint. E poi un altro. Fino alle imbucate. Paulo Dybala è tornato ed è sembrato già in grado di fare la differenza: oltre al rigore che ha dato il pari ai bianconeri, ha causato un piccolo cortocircuito all'interno del centrocampo e della difesa interista. Con la sua qualità ha superato gli avversari e le prime titubanze legate alle noie muscolari. Una corsa e l'altra, quando s'è sciolto l'ha fatto trascinandosi la squadra alle spalle. Come un'onda che investe tutto e tutti. 

IL BISOGNO DI PAULO - Ecco, s'è visto subito. Che la Juve di San Siro aveva dimostrato più danni di quelli che aveva, e che Dybala può essere un equilibratore di qualità. E che davanti a mille operai, l'argentino può occuparsi di sgrezzare i diamanti e di servirli per i compagni pronti a incassare. Un passo alla volta, comunque e in ogni caso. Ma rientrare così vuol dire essere già a metà dell'opera, verso un posto da titolare che è pronto lì, a esser preso quanto prima e con nuove convinzioni. In attesa del rinnovo. 

IL RINNOVO - Già, a che punto siamo? Antun rientra i primi di novembre a Torino, sono giorni - gli ultimi - caldi per chiudere i conti e limare tutti i dettagli. Dybala ieri è stato chiaro: "Questo è il mio momento". Si riferiva alla leadership e al fatto di sentirsi pronto a guidare la Juventus. E' il capitano designato, insieme a Bonucci raccoglierà il testimone di Chiellini. L'ha dimostrato già a San Siro, in una gara senza rimpianti. Se non quello di un ingresso leggermente anticipato (ma non dipendeva certo da lui). Inizia un'altra stagione, adesso: la sua.