ASPETTO TATTICO - Uno dei problemi di questa coppia che non scoppia, infatti, si può trovare proprio nella gestione tattica della squadra. In tale aspetto, i due giocatori sono alquanto opposti, con Dybala che ama venire dentro il campo e dialogare, a più tocchi, con i compagni, prima di trovare il guizzo in verticale. Ronaldo, al contrario, gioca meno palloni con la squadra di quanto non faccia l'argentino: la collocazione, largo a sinistra, sarebbe anche perfetta, con Dybala che sposta l'equilibrio sul lato opposto e CR7 che punge dal lato debole, contro le difese sbilanciate. La realtà, però, racconta di un portoghese che ha bisogno di ricevere largo il pallone, non di attaccare lo spazio senza: pertanto, se la palla arriva dalle sue parti, difficilmente ci sarà un ribaltamento dal lato di Dybala. Più probabile una conclusione, meno spesso, invece, un alleggerimento sulla sovrapposizione del terzino.
ASPETTO MENTALE - Così, subentra anche la testa. Perché se uno catalizza l'attenzione più dell'altro, chi ne resta fuori tende ad escludersi dal gioco. Per questo motivo, Ronaldo ha fatto vedere il meglio con Mandzukic accanto, come lo scorso anno. Il croato non ha velleità da "prima donna", come potrebbero avercela i due fantasisti, ma anzi, si accontenta - e si gasa - con il gioco sporco. La sua esclusione sembra abbastanza logica per l'economia della squadra, un po' meno però, per il gioco di Ronaldo. Higuain è più partecipe al palleggio di Mandzukic, ma come il collega centravanti si sa adattare: per meno tempo, con meno intensità, e per questo risulta anch'egli meno utile come spalla del portoghese. Insomma, il talento dei due getta luci e ombre sulla coppia che, al momento, si può dire non funzionare.