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Le stagioni passano, sono cicliche, il caldo dell’estate scala nelle gerarchie della memoria quando intorpidita dal freddo, ma le giornate soleggiate dei primi di maggio fanno rifiorire le sensazioni estive. È un po’ quello che è successo ieri con Paulo Dybala (anche i tifosi hanno provato l'emozione, come dimostrano i commenti in gallery). Solo rivedendolo in campo dopo tanto, troppo tempo, si ricorda la sua infinita classe. Dopo tre mesi, la Joya ritrova la maglia da titolare in una stagione iniziata con il piede sbagliato, e non per colpa sua. Prima l’infortunio che si è portato dietro dalla sciagurata notte contro il Lione, quando sedeva ancora Sarri sulla panchina, poi i problemi gastrointestinali accusati con l’Argentina, tutti ostacoli che non lo avevano mai fatto scendere in campo in queste prime partite, almeno fino a Kiev. Contro la Dinamo di Lucescu ha riassaggiato il terreno di gioco a gara in corso, qualche dribbling, qualche giocata delle sue, ma poca lucidità. Ieri sera, contro il Verona, ben 97 minuti.

LA PARTITA – La Juventus ha raccolto troppo poco contro la banda di Juric, il punto strappato allo Stadium denota bassa capacità di controllare e chiudere le partite. Tanti aspetti da migliorare, ma che nel complesso valgono 9 punti in classifica, quinti dietro Inter, Sassuolo, Napoli e Milan. Dybala ci ha provato, dall’inizio alla fine. La sua prova è stata un crescendo perché, nonostante sia indietro di condizione, ha carburato come un diesel restando sul pezzo fino al 97esimo minuto. In tutto il volume di gioco della Juve c’è la sua firma, soprattutto quando il talento del gruppo bianconero si è svegliato. La scossa data dal dirompente Kulusevski ha acceso anche l’estro del diez argentino, che ha fornito passaggi millimetrici, dispensato classe e giocate, colpendo una traversa che ancora trema. I maggiori pericoli degli ultimi 20 minuti di assedio passano dai suoi piedi, che si tratti dell'incipit dell'azione o della fase conclusiva. Come detto, deve recuperare in termini atletici per essere continuo nell'arco della partita, ma con l’ingombrante, quanto illustre, presenza di Ronaldo (alle prese con il Covid-19) e il reinserimento di Morata, Pirlo dovrà studiare una nuova formula offensiva. Nel frattempo, rivedere lampi d’estate è stato senz’altro un piacere, necessario dopo mesi di freddo.