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E' un Paulo Dybala strano, spento e mogio quello che si vede nelle ultime settimane. Lui che vorrebbe riprendersi a pieno la Juve, caricarsela sulle spalle insieme a Cristiano Ronaldo e portarla in vetta a tutte le competizioni, ma che non ci sta riuscendo fino in fondo. Ed è già partita la missione riconquista, in qualità di MVP della scorsa Serie A. Ha una voglia matta di tornare, di sconfiggere i problemi che da qualche mese lo tormentano, impedendogli di trovare continuità e normalità. Dopo una lunga posività, 46 giorni, ha sconfitto il Covid ed è tornato ad incidere, poi si è infortunato nel momento clou, tra fine luglio ed inizio agosto, riaggregandosi alla Juve solo a fine settembre. Sembrava pronto per rientrare, ma un paio di espulsioni hanno rimandato il suo esordio. Nel frattempo è subentrata una gastroenterite che lo ha costretto al forfait anche con l'Argentina, nonostante il lungo viaggio affrontato. E demoralizzato più che mai. 

FERITE E PROBLEMI - Nemmeno il ritorno al gol contro il Ferencvaros ha cambiato le cose, perché gli ultimi minuti con la Lazio hanno riaperto le ferite di un ritorno ancora non completato. Dalla sua leggerezza è nato il pari della Juventus e, nonostante la complicità di tutto un reparto schierato, di 8 giocatori che in netta superiorità numerica non hanno saputo arrestare l'avanzata biancoceleste, a lui sono state mosse le critiche più feroci. Dybala è rimasto scosso dal diluvio di critiche ricevute sui social dopo l’errore dell’Olimpico. Come racconta il Corriere, lui che da sempre è nel cuore dei tifosi bianconeri, non si aspettava messaggi così pesanti, alcuni dei quali lo invitavano anche a cambiare aria. E’ rimasto ferito nell’animo. Proprio non se l'aspettava, specialmente in questo periodo complesso. "Dybala è un giocatore che apprezziamo molto sta vivendo un momento difficile e noi dobbiamo stargli vicino. Lo aspettiamo", ha detto il ct dell'Argentina, rappresentando perfettamente il suo momento. Quella Seleccion saltata nuovamente per un’infezione urinaria. Vederlo così fa male a tutti, alla Juve ma soprattutto allo stesso Paulo, preda di un vortice da cui vuole assolutamente uscire. Come? Con le "carezze" come quelle di Scaloni, con il lavoro sul campo e i gol, magari già dal prossimo weekend, per festeggiare un compleanno anomalo (domenica), lontano dal campo e con qualche problema in più del solito.