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Come finirà questa stagione, ancora non si sa. Per la prossima, però, la Juve ha già una certezza: Paulo Dybala non vestirà più la maglia bianconera. "La società ha deciso", Massimiliano Allegri lo ha ribadito ieri sera dopo la partita contro il Sassuolo, vinta anche grazie a un gioiello della Joya che però non ha nascosto completamente le ombre di un giocatore che dall'annuncio del mancato rinnovo è apparso svuotato, molto meno brillante di quanto possa suggerire il suo soprannome (e il suo indubbio talento). E proprio da qui nasce l'astio (ingiustificato) di una parte di tifosi bianconeri, pronti a dirsi felici - almeno sulle bacheche social - dell'imminente addio dell'argentino, accettato di buon grado sulla scia del mantra "è sempre infortunato, non può chiedere tutti quei soldi per il rinnovo".

Sia chiaro, i passaggi a vuoto e i problemi fisici (da leggere: le tante partite saltate) non si cancellano, così come non si cancella il momento presente che per forza di cose impone alle società determinati ragionamenti dal punto di vista economico. Ma allo stesso modo non si dimenticano i suoi 114 gol in 288 gare, le reti che hanno innalzato il numero 10 al decimo posto nella classifica dei marcatori bianconeri di tutti i tempi, reti spesso segnate giocando in una posizione diversa dalla sua naturale, molto lontano dalla porta. Paulo Dybala, insomma, che piaccia o meno, è un pezzo di storia della Juve. E da qui nasce - per continuare il parallelismo - la "valanga" di amore che malgrado tutto sembra poter coprire l'astio, un sentimento puro che colpisce il cuore dei tifosi ogni volta che l'argentino fa una giocata "delle sue", ogni volta che indossa la fascia da capitano (l'ultima giusto ieri sera, contro il Sassuolo), ogni volta che abbraccia un compagno con tanta forza quasi da chiedergli di trattenerlo lì, ogni volta che rivolge uno sguardo alla "sua" curva con occhi sognanti. 

A un mese dalla fine (della stagione e della sua esperienza a Torino), sono in tanti a sperare ancora in un dietrofront, ad aggrapparsi all'idea che l'annunciato addio di Paulo possa essere solo un brutto sogno. Lo stesso giocatore, in certi momenti, sembra non voler accettare la consapevolezza di dover cambiare maglia, di avere a disposizione solo poche partite per lasciare un'ulteriore impronta sulla strada della Juve. "Mentalmente è un momento difficile anche per lui", ha detto Allegri ieri sera, attribuendo il motivo delle "palle sbagliate" dall'ex Palermo proprio alla scarsa tranquillità con cui sta vivendo il presente. Presente che sa di futuro, di un futuro lontano dalla sua Signora.